Nonostante le temperature ormai primaverili, un weekend così bello e con tanta neve in Appennino merita sicuramente un tentativo. Nessuno sembra crederci, ma la voglia di aggiustare un po' un inverno tanto insoddisfacente dal punto di vista appenninistico è ancora grande in due irriducibili lambruscari, certamente reduci da gravi turbe infantili. La partenza è ad un orario imbarazzante, ma stavolta bisogna assolutamente anticipare il sole e sperare che la nottata serena porti un buon rigelo.
L'obiettivo è tanto ambizioso quanto volubile, una tra le vie più fugaci e difficili della zona, a firma del trio Barsuglia-Colò-Cotelli: vola vola l'Ape Maya. I motivi della scelta sono tanti, col senno di poi ben azzeccati, ma è soprattutto la voglia di misurarsi sulle vie dei toscani a farci tenere continuamente monitorata la situazione al Lombardo.
Per la seconda volta in poche settimane arranchiamo nella neve sfondosa salendo la conoide alla base della Nordest del Lombardo. Il canale della via, poco a sinistra della linea di Rolling Stones, sembra ben innevato alle prime luci dell'alba: il primo saltino è coperto dal cospicuo accumulo, anche il resto della via sembra addolcito dalla tanta neve, speriamo solo che questa sia dura e che ci sia buon ghiaccio.
Sostiamo alla base del tiro chiave della via, con una neve che è compattata dalle scariche solo a tratti. Il salto è invece bellissimo ed esaltante, tutto coperto di neve pressatissima, a tratti delicato e quasi sempre verticale; lo superiamo baciati dal primo sole. Con un secondo tiro, sempre su neve bella solo sul ripido, siamo fuori dalle difficoltà e ben presto in vista della croce, carichi come due invasati.
Ancora una volta abbiamo la conferma che la tenacia paga, saper prevedere e interpretare le condizioni appenniniche è un'arte e non una scienza esatta. Il Rondinaio Lombardo si conferma il Ben Nevis dell'Appennino!
Non sono nemmeno le 8 ma il sole scalda già parecchio. Completiamo comunque la mattinata attraversando la vallata per salire il canale della Serra, confidando di trovare neve ben compattata dalle scariche. In realtà anche lì è dura solo sul ripido e comunque fradicia, ma tutto sommato passabile e divertente, anche se fatichiamo come somari sfondando in buona parte del canale. Almeno sudando abbiamo forse capito il perché del nome di questo canale, che prende sole per tutta la mattina.
Info tecniche
Vola vola l'Ape Maya - TD+
Nelle condizioni trovate si risolve in due tiri da 60m, il secondo allungato da un po' di conserva. è presente uno spit alla base del muro centrale (20m, 80/90°), che solitamente è coperto da ghiaccio di colata di esiguo spessore, improteggibile. Noi abbiamo fatto sosta poco sotto sulle rocce di sinistra, arrivando a sostare sempre su roccia (friends) dopo 60m. Il secondo tiro è a 50° con una decina di metri a 70° sul finale.
Canale della Serra - AD+/D
Facile canale poco accennato a 45° che attraversa due fasce rocciose piuttosto distanti con altrettanti tratti più difficili (70°). Il primo era colmo di neve e quindi abbastanza semplice (presente un chiodo lungo la strozzatura e sosta a spit all'uscita), il secondo invece ha richiesto un tiro di corda per superare un breve tratto di ghiaccio sottile e cedevole, molto esposto e precario (proteggibile con friends e alberello in uscita).
Goduria pura sul muro di "alpin ice"
L'uscita della via in vista della croce
Da sinistra a destra: Ciliegia Gully, Canali Sinistro e Destro del Triangolo, Canale della Serra e Jocondor
Canale della Serra: il primo salto bello incassato
Secondo salto molto delicato e ormai cotto
Discesa dal canale Jocondor
Bravi! Confermi TD+ per questa salita? Pare però meno continua di Viva Rotari oppure è l'innevamento abbondante che le fa assumere sembianze più addomesticate? In ogni caso "vùeter a si mat ad ander so per dedle praticament desilghe"!
RispondiEliminaTD+ penso sia il grado appropriato alle condizioni trovate dagli apritori, con ghiaccio di colata sottile e meno innevamento quindi più risalti, condizioni certamente più comuni per questa via. Come detto il primo salto era coperto, l'altro si presentava in "alpin ice" ovvero neve pressa e quindi più facile e meno precario, anche se verticalissimo. Direi TD- in queste condizioni. Molto meno continua di Viva Rotari
RispondiElimina