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La via dei Contrabbandieri è un suggestivo percorso di oltre 3 km, che per la maggior parte si sviluppa su un'esile cengia a picco sul Lago di Garda. La storia della via inizia a fine '800 quando, a colpi di piccone, la roccia della vertiginosa parete del Dos De Calà, fu modellata con l'intenzione di collegare Limone alla Val di Ledro. Il progetto fu poi abbandonato e data la zona molto impervia, per quasi un secolo la via rimase in silenzio. Dagli anni 80 poi la cengia fu progressivamente risistemata diventando un itinerario davvero sui generis. Non è escursionismo, non via ferrata, non alpinismo. Piuttosto un ensemble delle tre cose, facile ma non banale, da percorrere con passo sicuro e con l'imbrago ben allacciato dato che in più punti la roccia si interrompe e bisogna appendersi nel vuoto. Solo pochi metri comunque, che danno quel tocco in più alla bellezza del cammino. Volendo è possibile procedere in conserva, sono presenti molti punti d'assicurazione, ma quello che sopratutto serve sono piede deciso, sguardo attento e contemplativo. Il sentiero di rientro è una bella faticaccia. Ripidissimo, scivoloso, invaso da rovi, sembra non finire mai. Il tutto però viene compensato quando all'improvviso si spunta sui verdi prati del borgo nascosto di Pregasina. Per tranquilla discesa poi di nuovo alla Casa della Trota, goliardico punto di partenza e di arrivo. Assolutamente da evitare in estate o comunque nelle giornate calde. Per il resto, del tutto consigliabile.
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Torbole, Riva e più lontano Arco
Scorci dalla via
Salto nel vuoto (la fiducia è tutto)
La cengia scavata nella roccia a forza di braccia
Una lapide di oltre 100 anni fa sul sentiero di rientro
ci ricorda che prima o poi saremo tutti archeologia.
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