Il Pian di Neve è la madre di tutti i ghiacciai trentini. E' un piatto catino di ghiaccio, sospeso tra terra e cielo e forma il più vasto ghiacciaio italiano. Come l'acqua in un catino pieno ha tracimato in più punti e si è riversato verso valle a nord dando origine a tre scivoli gelati: la vedretta della Lobbia, del Mandrone e del Pisgana. Verso sud il catino è sorretto da pilastri e pareti di roccia più verticali che si tuffano nelle valli laterali che si staccano dalla val Camonica. La val di Salarno è una di queste. Ha origine in località Fabrezza dove risalendo alcuni pendii si giunge alla diga del Lago di Salarno e poco oltre si guadagna il Rif. Prudenzini piccolo e spartano punto di appoggio della valle. Qui si apre un magnifico anfiteatro dominato dalle giuglie rocciose dei corni di Salarno dove sorge il bivacco Giannantonj a 3168 m appollaitao su uno sperone roccioso a picco sulla valle. La visione della piccola costruzione in lamiera gialla dal fondo della valle pare un miraggio. In realtà il sentiero è ottimamente segnato e tracciato ed in circa 5 ore (pause comprese) raggiungiamo con Nick il passo di Salarno. E' una bella giornata di sole, i pilastri di roccia ci riparano dal vento e procediamo in maniche corte gustandoci la salita. Rimontato il colle, compare d'improvviso il Pian di neve, e siamo investiti da forti raffiche di vento che non ci abbandoneranno più. In breve siamo al bivacco, e nonostante il sole siamo costretti a rinchiuderci dentro. Sulla porta è presente una grande vetrata che ci permette di godere del bellissimo panorama: a sinistra la vetta dell'Adamello, ed il Corno Bianco, a destra il Monte Fumo e la calotta glaciale del Dosson di Genova, appena dietro spuntano le appuntite vette rocciose delle Lobbie, in mezzo il grande catino di ghiaccio. Il bivacco è stato recentemente ristrutturato: ha 6 posti letti su tavolato con panni e cuscini. Non sono presenti materassi, ne luce nè gas, nè attrezzatura da cucina. L'acqua è reperibile dal ghiacciaio che si trova pochi metri sotto il bivacco. Una breve perlistrazione sul pian di neve ci convince che il vento, seppur forte, è sopportabile se si sta in movimento, la consistenza della neve è buona e portante, e decidiamo di salire sulla vicina cima dell'Adamello la mattina seguente. Alle 19.30 siamo già dentro al sacco a pelo sotto 5 panni per cercare di scaldarci. Le raffiche di vento non danno tregua ed imperversano per tutta la notte sballottando la piccola casetta gialla. Alle prime luci dell'alba il cielo è coperto e la vetta dell'Adamello è dentro le nubi persa nel vento. In breve ci prepariamo e scendiamo a valle comunque contenti della nostra visita a questo posto magico, probabilmente il più bel bivacco dell'Adamello.
La salita al Monte Adamello per la val Salarno ed il bivacco Giannantonj rappresenta una valida ed interessante alternativa alla via Terzulli. Il punto di appoggio è il rif. Prudenzini, ed il dislivello è paragonabile a quello del Rif. Gnutti in val Miller (1400 m).
La salita al Monte Adamello per la val Salarno ed il bivacco Giannantonj rappresenta una valida ed interessante alternativa alla via Terzulli. Il punto di appoggio è il rif. Prudenzini, ed il dislivello è paragonabile a quello del Rif. Gnutti in val Miller (1400 m).
la sagoma del Concarena vista dall'ingresso della val Salarno
verso il rif. Prudenzini, in giallo la posizione del bivacco
il rif. Prudenzini
risalendo il vallone
guardando indietro
la pietraia innevata
al colle del Salarno spuntano: il Pian di neve, il Bivacco ed il vento
il Nick sulle roccette finali
il Giannantonj
la finestra sul Pian di neve
Giampa, Nick ed i tortelloni
il Giannantonj visto dal Pian di neve
pianori glaciali
Adamello
M. Fumo e Dosson di Genova
si fà sera
al riparo nella casetta
l'Adamello perso nel vento la mattina seguente
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