Finalmente riusciamo ad esplorare i Vaji delle piccole Dolomiti. Vajo è un termine locale con cui si intende un canalone ripido e incuneato tra i contarafforti delle pareti i quali si prestano molto bene ad essere risaliti in inverno con attrezzatura da ghiaccio. Sono l'equivalente dei nostri canali appenninici, solo un pò più lunghi! La loro scoperta è piuttosto recente ed è venuta alla luce grazie ad un assiduo frequentatore dal nome Tarcisio Bellò.
Optiamo per il versante Nord del M. Zevola la cui parete è solcata da numerose linee di varia difficoltà che hanno come punto di partenza e di appoggio il Rif. Battisti alla Gazza. Ci incamminiamo quando ancora è buio e si intuisce subito che le condizioni della neve sono perfette. Puntiamo subito al Vajo del Mino e risaliamo tutta la parete del M. Zevola con pendenze massime di 60°. Giunti in cresta siamo attirati da Vaji (non relazionati) che risalgono in linea diretta l'anticima del M. Zevola e ci buttiamo a capofitto. Sono 150 m bellissimi con ottima neve dura e pendenze sino a 70° all'uscita.
Il 3° canale di giornata è una parete che precipita a picco sul Vajo dell'Acqua e la attacchiamo quasi d'istinto. Si tratta di 120 m con pendenze sino a 80° che ci impegnano non poco. La 2° sosta attrezzata da Barba con sapiente Maestria ha del leggendario. "...Siamo in due in sosta su un pendio a 70° in equilibrio instabile ed infreddoliti attendiamo di essere recuperati. Il capocordata è salito ed è ormai lontano, la lunghezza della corda è esaurita ed è impossibile cumunicare. Una leggera tensione della corda mi suggerisce di partire, scavalco un contrafforte ad oltre 80° di pendenza domandandomi dove e come sia posizionato il capocordata. Alzo lo sguardo incredulo quando, 30 m sopra di mè Barba sta manovrando le corde praticamente appeso a due corpi morti conficcati perfettamente nella neve. Lo scavalco sorridendo e fatico non poco per superare la cornice di neve e ghiaccio che mi permette di guadagnare il pianoro sommitale. .."Siamo prossimi al tramonto e gli unici rimasti sulla montagna, ridiscendiamo tutto il Vajo dell'Acqua ed arriviamo alla macchina con le frontali accese, così come era inziata, solo un pò più stanchi, più affamati e più felici..."
Optiamo per il versante Nord del M. Zevola la cui parete è solcata da numerose linee di varia difficoltà che hanno come punto di partenza e di appoggio il Rif. Battisti alla Gazza. Ci incamminiamo quando ancora è buio e si intuisce subito che le condizioni della neve sono perfette. Puntiamo subito al Vajo del Mino e risaliamo tutta la parete del M. Zevola con pendenze massime di 60°. Giunti in cresta siamo attirati da Vaji (non relazionati) che risalgono in linea diretta l'anticima del M. Zevola e ci buttiamo a capofitto. Sono 150 m bellissimi con ottima neve dura e pendenze sino a 70° all'uscita.
Il 3° canale di giornata è una parete che precipita a picco sul Vajo dell'Acqua e la attacchiamo quasi d'istinto. Si tratta di 120 m con pendenze sino a 80° che ci impegnano non poco. La 2° sosta attrezzata da Barba con sapiente Maestria ha del leggendario. "...Siamo in due in sosta su un pendio a 70° in equilibrio instabile ed infreddoliti attendiamo di essere recuperati. Il capocordata è salito ed è ormai lontano, la lunghezza della corda è esaurita ed è impossibile cumunicare. Una leggera tensione della corda mi suggerisce di partire, scavalco un contrafforte ad oltre 80° di pendenza domandandomi dove e come sia posizionato il capocordata. Alzo lo sguardo incredulo quando, 30 m sopra di mè Barba sta manovrando le corde praticamente appeso a due corpi morti conficcati perfettamente nella neve. Lo scavalco sorridendo e fatico non poco per superare la cornice di neve e ghiaccio che mi permette di guadagnare il pianoro sommitale. .."Siamo prossimi al tramonto e gli unici rimasti sulla montagna, ridiscendiamo tutto il Vajo dell'Acqua ed arriviamo alla macchina con le frontali accese, così come era inziata, solo un pò più stanchi, più affamati e più felici..."
Versione estiva del M. Zevola con i principali Vaji che solcano la parete Nord. Sotto il tracciato di giornata seguito, con evidenziati i tre canali saliti:
1: Vajo del Mino 550 m AD+ max 60° un passaggio di IV evitabile
2: Vajo diretto all'anticima del M. zevola 150 m AD+ max 70° all'uscita
3: 120 m D sino a 75°
lungo il vajo del Mino
il tracciato del 2° canale
uscita in cresta
In vetta al M. Zevola 1976 m
Gruppo del Carega con camosci in primo piano
Il tracciato del 3° canale
la leggendaria sosta di Barba
Uscita su cornice
che invidia!!
RispondiEliminasono un alpinista del lambrusco di reggio emiila
sarebbe possibile conoscersi per qualche salita insieme?
Giampaolo
giampaolo.pasquale
@gmai.com
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaMeglio evitare sta gentaglia eh! Son messi malissimo! Tanta attrezzatura per salire un canale che si fa in spadrillas!
RispondiEliminagrande giampa!
RispondiEliminache foto, che cronaca, che telecronaca! grandioso, mamma mia che giornata...