Le Alpi perdono uno dei suoi più grandi estimatori, ma soprattutto una
moglie e due “tati” perdono il loro papà. Con Franz ci siamo incontrati qualche
volta in montagna, l’ultima poco più di un mese fa qui in Appennino. Franz era
una persona carismatica, con idee ed una filosofia di vita ben salda, poteva
piacere o non piacere, ma la sua competenza e professionalità in montagna, sia
sul campo sia sul “Web”, era fuori discussione. Alle volte poteva apparire un
poco pesante ed egocentrico, ma la sensazione che ho sempre avuto era di una
persona sorridente buona e generosa, sempre aperto al confronto, a dispensare
suggerimenti ed informazioni su salite e scalate. Franz era anche un
calcolatore seriale, dotato di un’intelligenza e di un fiuto fuori dal comune;
incarnava lo stereotipo dell’”alpinista della domenica”, che inanellava salite
e giornate fantastiche in montagna, riuscendo a gestire lavoro e famiglia con
l’invidia di molti. Con i suoi report fotografici precisi e dettagliatissimi
sulle salite classiche alle grandi cime delle Alpi ha rivoluzionato
l’informazione digitale, i suoi resoconti negli ultimi anni erano diventati il
punto di riferimento sui forum specializzati. Grazie Franz per averci insegnato
a sognare, ma soprattutto per averci dato idee ed entusiasmo per realizzarlie:
il merito di tante nostre salite è anche tuo. Grazie di averci portato
sull’aria sottile dei 4000… Buonanotte Franz, e speriamo sia buona… sicuramente
sarà lunga.
Il Franz ha lasciato un segno
indelebile anche nell’Appennino Modenese. Gli Alpinisti del Lambrusco perdono
uno dei loro punti di riferimento. Non ci sono mai piaciuti gli idoli
irraggiungibili, quelli solo da guardare e da non poter toccare… ma per
spiegare questa storia facciamo un passo indietro di 10 anni…
Un gruppo di amici con gli zaini
stracolmi di materiale e di cibo installa un campo base nei pressi del rifugio
Mantova sul M. Rosa. Sarà la prima di innumerevoli avventure e scorribande
alpine. Quella gita nel nostro immaginario era un traguardo ambito, una sorta
di esame finale. La scalata a Capanna Margherita e la traversata dei Lyskamm
era quanto di più grandioso potessimo aspirare noi escursionisti di pianura. Tornammo
a casa trasformati e quello che doveva essere un punto di arrivo si rivelò ben
presto un punto di partenza…
Erano anni in cui i social
network non erano ancora così diffusi, noi eravamo giovani e neofiti, le
relazioni e le notizie delle salite classiche alle grandi cime delle Alpi si
cercavano spesso sulle guide cartacee, oppure su qualche forum specializzato
che già da qualche tempo iniziava a fare la sua comparsa. Franz77, con
l’immagine di un cannone, era il profilo che appariva sistematicamente in tutte
le mie ricerche su Google. Erano anni di attività intensa del Franz, che collezionava
4000 praticamente ogni weekend di bel tempo. Non sapevo chi si nascondesse
dietro quel profilo, ma ricordo che ero affascinato dal fatto che nel momento
in cui scoprivo una montagna e ricercavo qualche informazione sul web
sistematicamente compariva un report di Franz77. Ed era un resoconto
fotografico che narrava esattamente l’avventura dei miei sogni, ciò che avrei
desiderato fare su quella montagna. Un’avventura alla portata di mano, affatto
irraggiungibile tanto da poterla quasi toccare, e che il Franz raccontava in
modo talmente personalizzato ed emozionante che pareva aver attinto le
informazioni nel cassetto dei miei desideri. L’appuntamento con i suoi report
su on-ice era un momento atteso ed immancabile per qualunque appassionato.
Erano quelli gli anni in cui la sua carriera alpinistica era all’apice con
tante belle e difficili salite studiate nei minimi dettagli per aggiungere gli
ultimi tasselli alla sua collezione. Mi immedesimavo totalmente nel suo tipo di
alpinismo, che riusciva a trasfigurare nel presente l’alpinismo classico, letto
sui libri. Alle volte poteva apparire un poco pesante ed egocentrico, ma il suo
non era un atteggiamento egoistico ma coinvolgente ed in certo senso altruista.
Il Franz ha regalato idee, sogni ed entusiasmo per realizzarli. Il merito di
tante nostre salite è sicuramente anche suo, e credo che questo riconoscimento
sia una delle cose che più lo renderebbe felice ed orgoglioso….
La condivisione di alcune delle
nostre avventure sul forum di on-ice ci ha fatto conoscere il Franz, prima solo
virtualmente, poi abbiamo avuto l’occasione di conoscerci personalmente… in
quegli anni bastava frequentare qualche ghiacciaio e non era raro incontrare la
combriccola del Franz. A noi è capitato ben 5 volte:
E’ un sabato mattina e siamo nel
parcheggio di Cervinia alle prese con la solita preparazione dello zaino
diretti verso la traversata dei Breithorn. Di fronte alla nostra macchina
alcuni alpinisti fanno lo stesso. Osservo con attenzione e riconosco il Franz e
la Mara. Appena una settimana prima aveva terminato la sua formidabile
collezione dei 4000 e quindi rompiamo il ghiaccio portando i complimenti per il
risultato raggiunto e facendo conoscenza. Loro sono diretti alla TRIFTJIGRAT al
Breithorn.
Mentre siamo intenti a risalire i
ripidi pendii alla base della Faustinelli notiamo due luci frontali che ci
inseguono, ma poi deviano leggermente più a destra e risalgono la via della goulottina
passando a fianco del seracco pensile. Ci osserviamo e ci fotografiamo a vicenda
ignari. Franz è diventato papà da appena una settimana: è nata Emma, la sua
prima figlia. La settimana dopo quando pubblica il consueto report su on-ice
scopriamo chi era la misteriosa coppia che ci inseguiva.
L’estate del 2014 ha regalato
condizioni fantastiche in alta montagna. Franz come suo solito ne ha
approfittato inanellando tante pareti nord una più bella dell’altra. L’ultimo
weekend di settembre decidiamo di tentare la parete nord del Disgrazia e, una
volta giunti al parcheggio, ci ritroviamo ancora una volta con la combriccola
del Franz, questa volta con lo stesso obiettivo. Siamo in tanti, e facendo due
conti superiamo i posti disponibili del bivacco Oggioni. Inizia una sorta di
rincorsa per chi prima si accaparra i posti disponibili. Non so per quale
motivo ma dubitiamo sulle intenzioni del Franz e siamo convinti che stia
escogitando un piano malefico per tagliarci fuori. Ancora non so perché ma il
Franz rimane da solo ad inseguirci e alla nostra domanda di dove sono i suoi
compagni la sua risposta è: “hanno preso una scorciatoia per fare prima ed
accaparrarsi i posti”! Non capiamo fino in fondo il suo tono scherzoso e ci
rimaniamo pure male maledicendolo. Figuriamoci… Llui continua del suo passo
lento e i posti in bivacco sono probabilmente la sua ultima preoccupazione…
Giunti al bivacco Taveggia noi ci fermiamo per paura di non trovare posto… ma
in realtà i suoi compagni si sono persi ed arriveranno molto dopo… La mattina
seguente arriviamo al bivacco Oggioni troppo tardi e stanchi e ci limitiamo ad
osservare dal basso la salita del Franz. I giorni seguenti ci sentimmo, e lui
ci rimase male di questo malinteso che si era creato, sicuramente non voluto…
MONTE ROSA_SETTEMBRE 2016
Sabato mattina mentre in auto saliamo
verso la Val d’Aosta compare un post su facebook di Franz con un’immagine di un
anonimo ghiacciaio. Il Franz era solito pubblicare un indizio in anteprima
delle sue scorribande. Riconosco il ghiacciaio del Lyskamm e quindi deduco che
lo avrei incontrato salendo verso il Gnifetti. Poco dopo il rif. Mantova
infatti vedo una sagoma che si muove goffamente sul ghiacciaio. Davanti
riconosco Mara e poco dietro il Franz. Ci fermiamo per un saluto e qualche
battuta.
Negli anni seguenti il rapporto
con il Franz si era fatto più confidenziale, ci eravamo sentiti al telefono più
volte ed era in programma anche qualche salita insieme. L’occasione viene per
il raduno di “Scanalando”, dove Franz accetta l’invito e scende in Appennino.
Si cena e si chiacchera e la sensazione ancora una volta è quella di una
persona sorridente, scherzosa, buona e generosa, sempre aperta al confronto e a
dispensare suggerimenti e informazioni. La mattina Franz e Mara sono i primi a
partire e su nostro suggerimento puntano all’unica salita di ghiaccio realmente
fattibile. Noi li seguiamo dopo un’ora e a sorpresa li vediamo ritornare sui
loro passi. Riferiscono di un pendio carico di neve poco rassicurante. Ancora
oggi questa scelta mi lascia perplesso. Stiamo parlando di 50 m su un pendio
che già avevamo percorso la sera prima e che non ci era parso così pericoloso.
Sicuramente sintomo che ultimamente il Franz aveva abbassato l’asticella del
rischio, ed effettivamente nell’ultimo anno la frequenza e la tipologia di
scalate erano decisamente calate. Sino a quella maledetta via al Concarena… chissà,
forse aveva voglia di riscatto, di rimettersi in gioco con una delle sue
formidabili avventure…
«Nessuno muore sulla terra finché vive nel cuore di chi resta.»
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