martedì 23 gennaio 2018

CIMA COP DI BREGUZZO_finalmente un powder day!


Una gita strappata all'ultimo momento, con tante incertezze su meteo, itinerario e compagni presenti, ma che alla fine ci regalerà un vero e proprio powder day! La val Breguzzo è una valle meridionale del gruppo dell'Adamello, si trova a fianco della famosa val Daone, e la sua conformazione è particolarmente congeniale alla pratica dello scialpinismo. Il Rif. Trivena, l'unico della valle, è un punto di appoggio stretegico ed è frequentato anche da famiglie ed escursionisti che salgono al rifugio con ciaspole e slittini. Dario, è la vera anima del luogo, la sua passione non passa inosservata, tanto che il rifugio rimane aperto ininterrotamente tutto l'inverno e puntali sono sempre gli aggiornamenti sul sito sulle condizioni della neve. La parte terminale della valle si apre a ventaglio in un susseguirsi di cime e pendii tra cui svetta il Cop di Breguzzo (2997 m). E' la salita, e soprattutto discesa, più ambita della zona,  un percorso lungo, vario, alpinistico e con la fama di avere spesso in inverno pendii polverosi.
Sabato pomeriggio con Nicola e Paolo risaliamo il sentiero sci ai piedi fin dal parcheggio ed in un'ora siamo all'accogliente rif. Trivena. Il cielo è nuvoloso, ed all'ora di cena inizia a cadere qualche fiocco di neve. Domenica mattina quando alle 7 apriamo la porta, nevica, il cielo è coperto ed un soffice strato di neve fresca copre ogni cosa. Partiamo senza troppi programmi e ci immergiamo in un paesaggio ovattato aprendo la nostra traccia. Poco prima di raggiungere il "Pian di Redont" 1971 m le nuvole si dissolvono improvvisamente, e le vette circostanti si tingono di rosa regalandoci una luce magica. Alla piana ci raggiunge Giovanni salito in giornata da Trento, che entusiasta della polvere appena caduta ci sprona a salire decisi verso cima Breguzzo. Si parte risalendo un canale con un tratto a 45/50° attrezzato con cavo che necessita di piccozza e ramponi e dà accesso ai pendii superiori. Qui il vento non ci da tregua, è sopportabile ma a tratti fastidioso e nuvole e vapori non si dissolvono del tutto limitando la visibilità. Risaliamo tutto l'enorme pendio fino in prossimità della cresta nord a 2900 dove lasciamo gli sci. Il cielo ora è ormai completamente sereno cambiamo velocemente assetto e rimontiamo in cresta dove il panorama si apre sulla val di Fumo. Il vento ora è molto più forte, ma stando attenti si riesce a procedere, si superano diversi gendarmi di roccia con qualche passaggio di facile arrampicata ed in breve siamo al segnale trigonometrico di vetta.  Ha ora inizio il powder day con una bellissima discesa su pendii vergini di neve polverosa su cui tracciare le proprie curve. In breve siamo di nuovo all'imbocco del canale che ci riconsegna al Pian di Redont dove il sentiero scomodo e poco sciabile ci riporta al Rifugio ed in breve al parcheggio.
Finalmente un powder day, non potevamo proprio sperare di meglio oggi!  

il percorso dal rif. Trivena

dislivello complessivo: 1850 m (500+1350)
difficoltà sciistica: BSA
difficoltà alpinistica: canale a 45°, passaggi di II+ e misto sulla cresta di vetta
Tempi: 1 ora per il rifugio, 4,5 ore dal rif. alla vetta


3 scialpinistidellambrusco

è ora di cena

improvvisa e magica alba

paesaggio ovattato


Giampa

Nick 

Paolo

Pian di Redont con il canale di accesso ai pendii

 neve

 all'imbocco del canale


 Nick in uscita dal canale

 Pian di Redont dall'alto


vento

 si sale



 il colle del deposito sci, a sx la cresta per la vetta

 quasi al colle, con la cresta persa nel vento

 si apre il panorama sulla val di fumo ed il Carè Alto


divertenti passaggi lungo la cresta

in vetta al Cop di Breguzzo

 Panorama su cima Cop di Casa e Carè Alto


pendii tutti per noi

 finalmente POWDER




 Giovanni apre il gas





Paolo e Nick si godono il momento

la Val Breguzzo

domenica 7 gennaio 2018

Rondinaio Parete NE, facciamo chiarezza!

Da molti, me compreso, considerata la più bella parete della zona, la Nordest del Rondinaio è sicuramente uno dei migliori terreni di avventura sul misto appenninico. Le piccole grandi imprese alpinistiche che la riguardano iniziano dal lontano ’68 con Marcello Pesi e compagni, veri e propri precursori di questo genere di salite, per poi rifiorire negli anni 2000 ad opera dei toscani Barsuglia-Colò-Cotelli; infine gli ultimi inverni hanno visto un nuovo moltiplicarsi di itinerari.
Nella pubblicazione “Appennino di neve e di ghiaccio” abbiamo cercato di descrivere al meglio tutte le vie fino ad allora salite, ma proprio parlando di questa perla appenninica siamo incappati in clamorosi errori. Grazie agli ultimi ennesimi sopralluoghi e confronti con i protagonisti abbiamo fatto chiarezza al meglio; affidiamo a questo articolo correzioni e rettifiche, scusandoci oltremodo coi lettori per errori e inesattezze.




I tracciati corretti di tutte le vie sulla Nordest del Rondinaio

A)      Canale Cascata. D+, 80° - Primi salitori sconosciuti
B)      Couloir Senza Nome. D+, 80° - Primi salitori sconosciuti
C)      Couloir Fantasma. TD+, 90° - B. Barsuglia, M. Colò, G. Cotelli, 8/1/2000

Mentre per le vie della parte sinistra della parete di dubbi non ve ne sono, è sulle tre vie di destra che abbiamo fatto un po’ di confusione… ma vediamo di rimediare!

Il 23 dicembre 2017 abbiamo ripetuto il Canale Cascata e il Couloir Senza Nome (tutte le foto sono state scattate in questa occasione, tranne quella con i tracciati sulla parete); sul Couloir Fantasma ci ha fornito ulteriori informazioni Marco Colò, che ringraziamo della collaborazione per la stesura del presente articolo.


A)  Canale Cascata. D+, 80° - Primi salitori sconosciuti. (Sulla guida è erroneamente chiamato Couloir Fantasma)

È il primo canale della parete partendo da destra, riconoscibile per una bella ed evidente cascata iniziale. L'esposizione ad est rende difficile il buon formarsi della colata, senza la quale la via perde di significato. Si consiglia di attaccarla con temperature rigide e parecchio ghiaccio.

Relazione: Dalla sosta su roccia sulla destra affrontare direttamente la cascata (25 m, utilissime le viti da ghiaccio se ben formata, altrimenti difficilmente proteggibile). Salire poi obliquando leggermente verso sinistra con pendenze minori su neve, sostando presso alcune rocce affioranti (55m, sosta su friend medi). Aggirare un costone traversando verso sinistra direttamente dalla sosta, oppure salire sopra la sosta per alcuni metri di misto ripido (85°) prima di traversare a sinistra. Raggiunto il canale/pendio oltre lo spigolo, salirlo (60°) per circa un centinaio di metri fino in cresta.



La partenza su bel ghiaccio, talvolta chiodabile, una rarità!


 L'arrivo alla prima sosta.



Il risalto sopra la sosta. Bel misto, ottime condizioni!



Ambiente super!

Il pendio di uscita.


B)  Couloir Senza Nome. D+, 80° - Primi salitori sconosciuti.

Insieme al Canale Cascata rappresenta la linea più marcata della porzione destra della parete. Via dalle difficoltà mai troppo sostenute ma comunque di soddisfazione. L'esposizione ad est rende difficile il buon formarsi della colata iniziale, senza la quale la via perde di significato. Si consiglia di attaccarla con temperature rigide e parecchio ghiaccio e di fare attenzione alla parete sulla sinistra del canale che scarica frequentemente. La via prende sole da subito, poi torna parzialmente in ombra da metà mattina.

Relazione: Si affronta la cascata iniziale con pendenze variabili a seconda dell'innevamento (70/80°, strettoia difficilmente proteggibile, eventualmente con viti da ghiaccio) e si prosegue con pendenze minori su neve sino a sostare presso la parete rocciosa sulla sinistra (55 m). Poco più a destra un secondo salto caratterizzato da rocce instabili ostruisce il canale; lo si affronta con qualche passo di misto e sfruttando una poco evidente rampa-diedro ascendente verso destra, oltre il quale si prosegue senza ulteriori complicazioni (sosta su neve o su sasso affiorante poco sotto la cresta, 60 m).

La cascatella nella strettoia, breve ma intensa!



 La sosta presso la parete rocciosa.


Ripartenza delicata!



C)  Couloir Fantasma. TD+, 90° - B. Barsuglia, M. Colò, G. Cotelli, 8/1/2000. (Sulla guida manca del tutto - relazione degli apritori)

Salita di stampo moderno che supera direttamente uno stretto couloir riconoscibile per l'evidente colata di ghiaccio a circa 2/3 di altezza. Si tratta di una delle salite tecnicamente più sostenute dell'intero gruppo montuoso. Via dalla formazione estremamente rara, da intraprendere solamente con ottime condizioni. La presenza della colata di ghiaccio è determinante per la salita.

Relazione: L1: La salita inizia verso destra su placche ghiacciate ripide (70°) spesso secche a causa dell'esposizione, dove la progressione è delicata e affidata a frequenti agganci di misto. Attenzione al terreno scarsamente proteggibile (presente un chiodo). Sosta su neve.
L2: Si prosegue per risalto con pendenze ancora maggiori (70°/80°) fino ad incontrare uno spit di sosta, alla base dell'imbuto centrale che si imbocca a sinistra.
L3: Rappresenta il tratto chiave della via, una goulotte ripida sugli 80° e con tratti verticali delicati. Usciti da questo tratto si procede su terreno meno ripido (60°) sino ad incontrare la sosta su un masso affiorante (spit).
L4: Si raggiunge la cresta per facili pendii.



Rondinaio sempre fantastico!