martedì 26 luglio 2016

Torre Venezia - Via Tissi - Nuova Variante del "Fantasma Giallo"


Alla penultima [ultima] sosta Edo è raggiante:"Ahah!" ride gagliardo, "Ho una bella notizia per te!". Dal suo giovane mento echeggiano parole di giubilo. In un batti baleno, lo raggiungo alla sosta e scruto, verso l'alto, l'agognata cengia sommitale...

La sveglia ci desta alle 04:30 a.m. con la solita prepotenza. Ancora intorpiditi dal sonno, ma già propensi alla scalata, mangiamo solerti e con il cuor colmo di gioia. Usciti nella notte e nel vento fortissimo: intensità di vita. L'ombra della torre Trieste sovrasta tra quelle gettate sul nostro cammino di avvicinamento dalla corona meridionale del Civetta. Raggiunto il rifugio Vazzoler ci rifocilliamo. Da lì è quasi un attimo alla parete Sud della nostra meta di oggi: la torre Venezia. La percorreremo fino quasi al suo termine per la via Tissi, dopodiché iniziò la vera avventura.

Partiamo, a sinistra di un grande masso al centro della parete, sui primi tiri di terzo e quarto, attraverso cenge, placche, diedri e fessure. Arriviamo alla base del tiro chiave, un diedro giallognolo prima del famoso traverso. Questi è un'estetica ed esposta scalata attraverso il centro della metà della parete. L'arrampicata è esaltante, il corpo ferve nella vibrante emozione: dell'esposizione assoluta, dell'appiglio saldissimo. Sentivo, nel vento, Edoardo vibrare della stessa tensione.

La terza parte della parete prevede una serie di camini (i celeberrimi "camini terminali" che piacciono tanto alle nostre montagne) che concludono la cavalcata sulla cengiona sommitale. O meglio, prevederebbe. Perché da un'erronea quanto sventurata lettura della relazione, ci ritroviamo su una fessura completamente gialla e strapiombante. Ci vuole della fantasia per pensare che sia un camino! Nic si avventura per primo, e per protezioni aleatorie (vedi: tricam a guisa di sky-hook) raggiunge la fessura: qui si appende su due solidi friends. Guarda in alto, deglutisce, guarda ancora in alto, e decreta: "Non 'i a fò!". Sarà la migliore decisione della sua vita (finora lo è rimasta). Allora parte Edo, che supera con disinvoltura lo strapiombino...e capisce. Capisce e si ferma. Smuove il braccio una, due, centro volte, e guarda in alto. D'improvviso parte, e non si vedrà più. Almeno, fino in vetta! 
Da successive dichiarazioni è emerso quanto segue. Trovatasi davanti la ormai famosa fessura, Ed si accorge che la parete si è fatta completamente liscia e marcia. La fessura sembra l'unica debolezza, come se la dolomia si sia trasformata in granito, in un diabolico connubio tra solidi. Edo quindi si trasforma in atleta californiano e, piantonando i suoi pugni, risale in libera e com protezioni aleatorie i difficili metri strapiombanti e gialli della fessura. Sarà una battaglia epica, un gesto molecolare, di cui solo le vacche a valle saranno testimoni: il passaggio non sarà forzato...ma vinto!
Questo racconto vuole rendere onore a un gesto così solitario e così puro, che ha reso possibile la realizzazione di una visione divina. 
Nic è curioso, ormai anche stanco, vuole salire, vuole capire cosa sta succedendo. Passerà 55 minuti in sosta, fino a quando sentirà la corda tirare verso l'alto. Si, ma: verso l'alto dove? Dov'è Edo? E' a spalla sui ghiaioni? Intimorito, non mollerà mai la presa, appendendosi in stile new age a tutti i friend possibili. Arriverà in sosta stravolto, incontrando un mugo stra-adorato, con Edo avvinghiato. 
Esausti, iniziamo la discesa a valle.

Dalla relazione dei Sass Baloss:

18° tiro:


salire dritti fino a 2 chiodi accoppiati. Girare lo spigolo a destra, alzarsi leggermente e poi spaccare sulla parete a sinistra del camino. (Possibile dalla sosta spostarsi subito a destra aggirando lo spigolo, più semplice). Invece che uscire su placca a SX, continuare per il diedro per una decina di metri per poi andare a prendere la placca sulla DX vicino a un diedro rossastro e raggiungere la sosta in una nicchia. (Sosta in loco su 2 chiodi). V+

19° tiro: Variante del Fantasma Giallo

Alzarsi qualche metro su placca gialla fino a raggiungere la larga fessura strapiombante.Seguire la fessura gialla svasa (le difficoltà sono concentrate nei primi 10 metri) con arrampicata faticosa, talvolta la fessura si allarga ed è necessario incastrare dentro la spalla. Man mano che si avanza la pendenza cala e le difficoltà diminuiscono. Sosta su mugo sulla cengia sommitale.



VI, qualche metro almeno di VII/VII+, V (40m)



Note:


-Nel tiro non è presente nemmeno un chiodo, ma è possibile proteggere la fessura con friends grossi (consigliati 2 #3 BD e anche un #4 non farebbe schifo)


-Sarebbe meglio dividere il tiro dato il forte attrito delle corde, probabilmente è possibile attrezzare una sosta con chiodi in una nicchia sulla DX una volta che la fessura diventa leggermente appoggiata. 

-La roccia all'infuori della fessura è marcia, la fessura è invece solida.

-Nel passo chiave è stato necessario fare un incastro di pugno, data la fessura particolarmente svasa. È possibile anche passare in artificiale con un camalot #3.



Il tracciato della Tissi e la nostra variante d'uscita
(courtesy from ormeverticali.it)


Un'ottima relazione della Tissi (CAI-TCI) e, in rosso, la nostra variante


La rispettabilissima parete NO del Civetta


Edo e la Torre Trieste


Agnér all'alba


Spunta la Torre Venezia


Il gatto del rifugio Vazzoler


Verticalità



Edo a sinistra del caratteristico masso che segna l'attacco della via


Primi facili tiri


Esposizione


Il tiro prima del traverso, impegnativo e sostenuto



Inizio del traverso: passo chiave


Edo alla fine del traverso


Finalmente (?) il Sole


Agnér, pascoli, materiale


Essere a proprio agio con il verticale


Fessura sostenuta ed esposta prima dei camini terminali



Il terzultimo tiro


L'ingannevole diedro rosso


A sinistra i camini terminali della Tissi, a destra la fessura strapiombante da noi percorsa
(foto courtesy caimarosta.it)


Felici ma, soprattutto...ignari! Notare il dito: pensavamo di essere sull'ultimo tiro della Tissi!


Noi siamo usciti a destra per quella fessura indicata dalla freccia


Consapevolezza


Le doppie nel canale di discesa


L'agnér...chissà cos'ha pensato!


lunedì 18 luglio 2016

Spigolo Giallo_ Anticima Cima Piccola di Lavaredo

"Effettivamente è giallo... Ed è uno spigolo"  -Il Nonno-

"Sembra il tagliamare di un fantastico transatlantico arenato su quel mare di ghiaie, oppure il vomere di un ciclopico aratro, oppure il filo di una spada arroventata che per oltre 330 metri si stagli fuori da enormi strapiombi gialli."
Emilio Comici

Un giorno di riposo e decidiamo di avventurarci su un'altra via firmata Comici.
La sveglia è come sempre severa, essere i primi all'attacco è fondamentale. Nel pomeriggio il meteo segna possibili temporali e anche durante la scalata verremo ogni tanto circondati dalle nubi. L'arrampicata scorre veloce, i tiri offrono una scalata divertente e mai banale, anche se di un altro livello rispetto al capolavoro di Comici sulla Cima Grande. In poco più di 6 ore siamo all'anticima. Bellissima salita su roccia mediamente buona, forse un po' addomesticata rispetto al passato da numerosi chiodi e qualche resinato alle soste. Discesa in doppia dal versante Ovest.


 Nel mare di nebbie



 Palpatine



Verso l'attacco 

Il diedro della prima lunghezza 

 S1: verticalità



 In traverso



Uno sguardo all'insù 

 L'anticima!

 Qui non si può sbagliare....



Il versante della discesa

venerdì 15 luglio 2016

di gendarme in gendarme: L'ENTUSIASMANTE TRAVERSATA DELLA WEISSMIES



 www.thehighrisepages.de

 La Saastal, è la sorella minore della Mattertal ed insieme formano una formidabile accoppiata che racchiude probabilmente il più vasto e meraviglioso panorama delle Alpi Occidentali. E’ il magico Valais svizzero! Decidiamo di colmare la nostra lacuna facendo visita alla Saastal. Qui La catena dei Mischabel con i suoi bianchi ghiacciai svetta sopra il paese di Saas Fee che cerca di rivaleggiare con la vicina e più blasonata  Zermatt. Il miglior colpo d’occhio su questa sfilata di cime si ha proprio dalla Weissmies che si eleva dalla parte opposta della valle e che insieme al Lagginhorn, Fletchorn e Pizzo di Andolla formano un eccezionale belvedere sui Mischabel. Lo avevamo già sperimentato lo scorso autunno proprio dalla vetta del Fletchorn. Ma questa volta vogliamo riservarci un posto in prima fila. La traversata della Weissmies per la rocciosa cresta nord e la discesa per la via normale Nord-ovest è una salita entusiasmante, lunga, aerea, un’ennesima spettacolare cresta “Valais-iana“. Venerdì sera ci ritroviamo in tre a scavallare il passo del Sempione, è tra noi anche Alle, che ha deciso di accettare la nostra folle proposta per festeggiare il suo 50° compleanno.  La giornata migliore e che ci dà garanzie di bel tempo sino a sera pare essere sabato. Dopo una notte furtiva in tenda a Saas Balen, saliamo con la prima funivia ad Hohsaas e, depositata la tenda, prendiamo la direzione del Lagginjoch dove ha inizio la cresta rocciosa che attacchiamo alle 9.30. In questo modo riusciamo a scalare nelle ore centrali e più calde della giornata. La cresta nord infatti al mattino è in ombra ed è molto fredda. Siamo l’unica cordata sulla via e non incontreremo nessuno sino al ritorno ad Hohsaas. Sappiamo che la salita ci impegnerà per tutto il giorno, contiamo di essere in vetta al tramonto, e di scendere per la tracciata via normale alla luce del crepuscolo. La cresta presenta due tratti di IV+ uno all’inizio ed uno verso la fine, i quali risultano protetti da alcuni spit e vecchi chiodi. E’ inoltre presente una breve corda doppia ed un paio di soste già in loco di cui una su aereo gendarme. Per il resto la via risulta completamente priva di protezioni ma si protegge benissimo con friend. La roccia se si mantiene il filo è tutto sommato buona. La salita ci impegna a fondo, è un susseguirsi di gendarmi e creste emozionante ed estenuante allo stesso tempo, alle volte è necessario progredire letteralmente a cavalcioni. Il passaggio su uno degli ultimi spuntoni appuntiti è da togliere il fiato. In tre progrediamo però più lentamente, ed impieghiamo quasi 8 ore per raggiungere il tratto nevoso della cresta. L’elicottero del soccorso recupera una cordata sul Lagginhorn, silenziosi lo osserviamo allontanarsi. Improvvisamente risalgono delle nebbie e vapori che avvolgono la vetta e ci tolgono la visibilità. La cresta nevosa seppur non difficile, è esposta con la parete nord-ovest che precipita da un lato ed enormi cornici che orlano il versante est. Ci guidano esili tracce di sci, probabilmente di qualche giorno prima e che a fatica si distinguono nella neve. Abbiamo un attimo di esitazione, disorientati fatichiamo ad individuare la direzione da seguire. Una provvidenziale schiarita ci riappacifica gli animi e decisi risaliamo il pendio che in breve ci ricongiunge con la traccia della via normale sulla calotta sommitale della Weissmies. La magica luce del tramonto ci accompagna nella nostra solitaria discesa tra i seracchi del Triftgletcher, e giungiamo ad Hohsaas con le frontali accese. Possiamo finalmente stappare una bottiglia di Lambrusco e brindare ad Alle, ed a questa entusismante traversata Valais-iana .


i tre volti della  WEISSMIES: la cresta rocciosa

 i tre volti dellaWEISSMIES: l'elegante cresta nevosa

i tre volti della WEISSMIES: il glaciale versante nord-ovest di discesa

NOTA: la cresta è gradata in alcune relazione AD+ in altre D-. Giusto per fare un paragone con salite analoghe non troppo distanti, noi l’abbiamo trovata complessivamente più impegnativa dell’arbengrat all’ OberG, i passaggi più difficili sono a nostro avviso paragonabili alla cresta Rothorngrat allo ZinalR, probabilmente meno continua di quest’ultima, ma complessivamente più lunga. Il tratto in neve si percorre abbastanza velocemente come pure la discesa per la via Normale. Calcolare complessivamente per l’intera traversata non meno di 10 ore. (noi in 3 ne abbiamo impiegate quasi 14!)
salita del 09.07.2016

 verso il passo del Lagginjoch, a sx la cresta sud del Lagginhorn

noi giramio a dx, e si parte,..

 dallo Stralhorn, al Dirruhorn, i Mischabel ci terranno compagnia tutta la giornata

 Giampa...

Alle...

  Barba...

 Lenspitze e Nadelhorn

 Alphubel, Taschhorn e Dom

 Stralhorn, Rimpfishhorn e Allalinhorn

 ottimo gneiss sul filo di cresta

 il primo tiro chiave

l'irto prosieguo della cresta

cominciano i primi passaggi su neve

 il glaciale versante nord-ovest di discesa


 sempre più affilata

vapori

sempre più "Valais-iana"


 Alle supera l'ennesimo gendarme

 più aereo di così,...

 Saas Fee

 avanti col prossimo gendarme

 Barba supera elegantemente il secondo tiro chiave

 Alè!
 passaggio a cavalcioni

 
 Il filo nevoso è sempre più vicino


 ...purezza...

 alla fine della cresta, sul cupolone sommitale della Weissmies

iniziamo la discesa alle prime luci del tramonto

che ben presto infuoca il Triftgletscher

 ed infine lascia il posto al crepuscolo...