giovedì 19 febbraio 2015

VAL ADAME'_al di qua del bene e del male

Per questa volta pensiamo di non essere all'altezza del grande Nietzsche..
Dopo la solita levataccia mattutina partiamo verso la Val Saviore. Passata Rasega, continuiamo un po' sull'unica strada per poi parcheggiare su uno degli spiazzi a destra. Da qui proseguiamo a piedi tenendo sempre per il rifugio Lissone. Dopo un'oretta a piedi arriviamo all'anfiteatro, dove sulla destra sono evidenti 3 linee. Noi puntiamo alla centrale. La goulotte non è particolarmente carica ma salibile tranquillamente senza passaggi dry, la lingua più stretta rimane sui 70 cm di larghezza. Primo tiro 50 m circa, 70-80°. Secondo tiro 55 m, costante sui 75-80°. Bellissimo. Si alterna ghiaccio buono a ghiaccio spaccoso. Terzo tiro molto breve, si sosta su un albero. Bellissima salita, buoni incontri in parete e tempo ottimo!
Discesa in doppia sulle soste.
Salita effettuata Domenica 1 Febbraio

 la bastionata rocciosa alle scale dell'Adamè dove si formano le principali linee di salita: al di qua del bene e del male è l'inconfondibile linea centrale a banana

 il Nonno si prepara per il primo tiro

 lungo il primo tiro

snack in sosta
Edo sul budello di ghiaccio del secondo tiro: il tratto più caratteristico della via


 il Nonno sul finire del secondo tiro

 selfie alla terza sosta

coming back home

domenica 15 febbraio 2015

Alpe delle Tre Potenze - esplorazione a Sud Ovest

Bella e faticosa giornata di esplorazione con l'inarrestabile Adriano. Dalla Val di Luce a piedi risaliamo le piste da sci, immersi in una densa foschia. Alla sella tra Femmina Morta e Alpe Tre Potenze fa capolino il sole e decidiamo di lasciarci scivolare giù nel versante toscano lungo un canalone dapprima aperto e poco pendente che si fa poi ben incassato nel bosco. Non siamo lontani dal rif. Casentini, classico punto di accesso a questi versanti, nell'alta valle del Rio Mariana che sovrasta il famoso intaglio dell'Orrido di Botri. Siamo diretti alla base del nostro obiettivo odierno: il versante Sud-Ovest dell'Alpe delle Tre Potenze e il suo canale centrale. Scopriamo nel canalone di discesa, in un ambiente che per asprezza e isolamento sembra presagire il canyon presente più a valle, alcune belle colate di ghiaccio che promettono molto bene in caso di freddo intenso.
Scendiamo parecchio fino ad un salto, insuperabile senza una doppia, che sovrasta la confluenza dei due torrenti. Con un traverso disagevole ci immettiamo nel canale (nella prima parte un torrente in mezzo al bosco) caratterizzato da divertenti saltini ghiacciati collegati da brevi tratti poco pendenti. Per il caldo e la neve non ancora ben trasformata nuotiamo spesso nella neve fresca, faticando non poco; spesso il ghiaccio è assente e dobbiamo aggirare faticosamente alcuni salti. All'uscita del bosco le maggiori difficoltà sono ormai alle spalle e non resta altro che una lunga salita a 40°, a tratti poco più, fino in vetta. Stremati, noi invece andiamo alla ricerca della linea più breve e con meno neve: dove il canale piega a sinistra tiriamo dritto risalendo un pendio nevoso in direzione dell'anticima che presenta una piccola ma ripida parete. La risaliamo più o meno direttamente, senza percorso obbligato, per ripidi tratti di erba ricoperta di neve (fino a 75°) fino in cresta. Pochi metri più in là la solita bolgia domenicale di sciatori ci accoglie rumorosa e ci accompagna in breve al parcheggio.

Il canale, a ragione della serie di cascatelle con inclinazione a 70/75° della parte bassa, della lunghezza e dell'isolamento del percorso, ha una difficoltà complessiva di D-. La breve variante da noi percorsa non si discosta da questa difficoltà.
Il canale percorso in discesa, la Diretta al Colle, ha difficoltà di PD-.

L'uscita risale al 1/2/2015



 Appena si diradano le nubi discendiamo il canale





 Sorpresa: piccole cascate crescono!


 attenzione a non cadere nel torrente!



 i risalti della parte bassa del canale... non proprio ben formati...

 l'anticima verso cui puntiamo per farla più breve

 il canale piega di là

 cucù

 si va su erba ripida!

 Femminamorta e la sua Diretta



Il gruppo Giovo-Rondinaio

domenica 8 febbraio 2015

Passo Stretto: traversata invernale con vista... Sassuolo!




Una nevicata eccezionale come questa, con le città imbiancate e un sacco di rotta da fare, mette certo di buon umore. Se poi é seguita da una domenica di sole, é chiaro che possono venire in mente strane idee! Un manto nevoso fradicio come questo dovrebbe ghiacciare per bene alla prima nottata serena qua in pianura: é l'occasione per andare a dare un'occhiata al Passo Stretto!!
Si tratta di una crestina tra i calanchi appena sopra Sassuolo, in una zona interessante e assai selvatica a 200 m dall'ospedale. Dove non affiora l'argilla ci sono fitte macchie boschive o campi coltivati, un terreno frequentato certamente più da animali che da cristiani.

Alla partenza trovo una quarantina di cm di neve rigelata, ma non abbastanza trasformata da risultare portante e avanzo sfondando ad ogni passo con fatica immane. In breve arrivo alla croce dove inizia la cresta tra i calanchi; il terreno sarà ripido ma la neve tiene bene ed é continua su tutta la cresta: fuori casco, ramponi e piccozze!!
La cresta a tratti é davvero molto esposta, la neve crostosa fornisce una buona presa, alcuni affilati saliscendi di argilla (il Passo Stretto) lasciano presto il posto ad una macchia fittissima e impenetrabile di rosa canina, biancospino e robinia. Ma bisogna per forza entrarci e trovare un passaggio, sfondando nella neve che nasconde voragini tra i rovi. In alcuni punti gli alberi aggrappati chissà come all'esilissima cresta obbligano ad esposti passaggi tra i rami.

Sarebbe bello continuare la cresta, che poi si fa di nuovo affilata ed argillosa, ma è troppo scoperta, a tratti ripida e il sole scalda ormai inesorabilmente. Ripiego quindi in discesa per una crestina secondaria ben innevata che mi porta sul fondo della valle, di nuovo tra la fitta vegetazione.
Si sfonda penosamente e decido di risalire al Passo Stretto e ritornare per la via fatta all'andata.


Una gran bella mattinata a due passi da casa, un'occasione eccezionale, davvero da prendere al volo!









l'esile cresta di argilla innevata

il bosco fittissimo!!

un altro tratto particolarmente esposto



la cresta percorsa in discesa...

...inizia bella ripida, ma con un albero provvidenziale.

peccato non poter continuare là sopra, ma si squaglia tutto!






venerdì 6 febbraio 2015

Costa Bronconi al Libro Aperto




Finalmente neve, anche se ancora non molto trasformata purtroppo. I pendii sono a rischio valanghe, perciò scegliamo di percorrere un itinerario semplice, una cresta selvaggia e lontano dalle possibile scariche: la Costa Bronconi al Libro Aperto. Più precisamente si tratta della cresta sud est al Monte Belvedere (1896 m), la sommità della "pagina minore" del Libro Aperto. Itinerario semplice d'estate e percorso dal sentiero 08, d'inverno si trasforma in un interessante via di cresta caratterizzata da divertenti passaggi di misto facilmente aggirabili, adatta a tutti gli amanti dell'Appennino invernale. 

Stavolta siamo in quattro perché ci accompagna anche la Nina, diminutivo di Bernina, una cagnetta iperattiva, simpatica, dolce e, ma su questo c'è un acceso dibattito, amante dell'alta montagna. 
Lasciata la macchina in località Case Taufi (raggiungibile in circa 50 minuti di auto dall'Abetone via Pianosinatico, Rivoreta, Melo, da qui prendere via del Paradiso per alcuni km, gli ultimi sterrati, fino alla sbarra), percorriamo dapprima il sentiero in direzione Secchia/Abetone, guadando diverse volte alcuni ruscelli poco sopra la loro confluenza nel Rio Maggiore fino a imboccare la cresta vera e propria. Dopo una ripida salita nel bosco, dove finiscono i faggi iniziano le prime "difficoltà", un tratto di misto sui 45° (possibili brevi ma interessanti divagazioni sul più ripido per chi ha spiura alle piccozze) poi alcuni passaggi aerei e scenografici. In mezzo ad un'inaspettata buferotta, fatichiamo un poco nella neve sfondosa per raggiungere Monte Belvedere e infine la vetta del Libro Aperto. Anche se l'opzione più interessante sarebbe tornare alla macchina dopo aver percorso il crinale tra Libro Aperto e Cima Tauffi, trovandoci nel whiteout più completo scegliamo di ritornare sui nostri passi e ripercorrere la cresta anche in discesa.

Ottima gita, consigliata a tutti in attesa di condizioni migliori. La cresta può essere classificata PD, scegliendo le varianti più ripide si può arrivare ad un AD-.

Uscita del 25/01/2015
Nella foto in alto la Costa Bronconi vista dalle Regine.







 Un tratto a 45° appena fuori dal bosco


Di tanto in tanto serve aiutino alla Nina...



...che si diverte un mondo!!


Fuori dal tratto più esposto, il Monte Rotondo è ancora lontano


Visibilità zero in vetta