mercoledì 29 gennaio 2014

Viva Rotari! - nuova via sulla NE del Rondinaio




Appennino è un nome dolce, allegro e leggero. Si pensa che derivi dal culto del Dio Pan, quando ancora dominavano i celti su tutto il territorio del nord Italia, ma suona come un diminutivo, nato da un confronto dal finale scontato con le maestose Alpi.
C'è una sola guida CAI-TCI per tutto l'Appennino Settentrionale, mentre per le Alpi ne esistono a decine. Nel nostro Appennino mancano le grandi pareti, le altezze, i pinnacchi alpini che tanto attirano alpinisti da tutto il mondo.
Con l'idea di rendere giustizia ai nostri adorati monti, decidiamo di provare a concretizzare una visione maturata nella mente di Marco durante le numerose avventure vissute sul versante del Lago Turchino di fronte al Monte Rondinaio: vogliamo tentare una nuova via, una direttissima alla croce sulla scoscesa e traballante Parete Nord-Est.

Le notizie dalle montagne di casa parlano di 30 cm di neve caduta due giorni prima e molto ventata. Il fondo lo conosciamo bene: è quello marmoreo delle ultime uscite.
Partiamo, come al solito, al buio delle 4 del mattino nella fredda pianura modenese. Troviamo solo un bar aperto, o forse sarebbe meglio dire “addirittura”. Ci informano che la strada per Tagliole è chiusa, quindi passiamo dal paese di Rotàri per raggiungere il parcheggio del Lago Santo e, dopo un'ora e mezza di cammino, la Finestra del Rondinaio. Lì incontriamo un vento impetuoso, che sferzerà deciso per tutta la giornata.
Imbragati, ci tuffiamo nel canale e, dopo breve discesa, traversiamo sotto la parete. Non possiamo fare a meno di notare che le due vie a destra della croce (couloir Fantasma e Senza Nome) sono in condizioni p-e-r-f-e-t-t-e. Sale l'adrenalina! 

La salita incomincia appena prima della via Pesi ma, a differenza di questa, sale decisa in alto invece di zigzagare tra le debolezze della parete. Saliamo slegati su neve marmorea e, quando le pendenze aumentano, montiamo la prima sosta con due chiodi da roccia. 
Il Nonno incomincia le danze su un tiro lungo e ripido, poco proteggibile ma su neve e ghiaccio resistenti. Essere in tre aiuta a sopportare il freddo in sosta e ad affrontare con serenità il continuo spin-drift che, per il vento, la parete ci sputa addosso. Raggiunto il Nonno in sosta, ora al Barba tocca l'onore del tiro chiave: 15 metri con un passaggio atletico e verticale: scavando tra roccia e neve trova qualcosa, uno spuntone, una fessura. Si incastra anche un friend, che deciderà di rimanere lì. Con grande maestria e dopo non poche indecisioni, supera il passaggio chiave. Poco dopo siamo in sosta per le terza volta. Qui la parete si stringe un attimo per poi aprirsi terminando in cresta a dieci metri dalla vetta. Questi ultimi 25 metri sono impegnativi e la neve buona è da cercare tra lastroni di roccia e cumuli mal messi. 
Finalmente Nic pianta le picche in vetta, al sole, al vento. Maldestramente ai compagni sotto la corda si è annodata come non mai ritardando il recupero. Alla fine ci abbracciamo, entusiasti del risultato, tra orde di sci-alpinisti incuriositi. Lasciamo in parete due chiodi, un Friend e delle condizioni patagoniche che ci ricorderemo a lungo. 

Una nuova via adesso corre per la parete Nord-Est del Rondinaio. Dopo intensa consultazione, concordiamo nell'esultare: “Viva Rotari!”
Grande emozione quando al ritorno incontriamo Nick e Giampa, venutici incontro a cercarci. 
Anche se con tanta neve bianca e un cielo limpido e azzurro, domenica l'Appennino si è vestito di Rosso Lambrusco!


Nella foto in alto: il tracciato della via in una foto di repertorio.


AGGIORNAMENTO (febbraio 2016)
In occasione di una gita sul Rondinaio abbiamo ripetuto, con la corda dall'alto, gli ultimi due tiri della via. Abbiamo rimosso il friend incastrato e constatato un importante crollo che ha interessato il risalto del passaggio chiave: il gradone che permetteva la salita sulla destra è completamente scomparso. Il passaggio è quindi superabile solo direttamente, con difficoltà su misto non superiori ma comunque su roccia malferma. Inoltre in S1 abbiamo trovato due chiodi con cordino di calata.


SCHEDA TECNICA:

Via VIVA ROTARI
Monte Rondinaio – Parete Nord Est
26/01/2014 – Alpinisti del Lambrusco (M. Barbieri, F. Tardini, N. Vernazza) in 4 ore.

La via sale la bella parete NE in linea diretta e verticale per un canale appena accennato, unico intaglio netto nella parte centrale della parete, poco a più destra della croce di vetta. La linea è caratterizzata da lunghi tratti di roccia di pessima qualità ed è salibile solamente in condizioni di innevamento eccezionali e con una continua copertura di neve dura e ghiaccio.
Sulla sinistra corre la via Pesi, la classica diretta della parete NE.
La linea è caratterizzata da lunghi tratti di roccia di pessima qualità ed è salibile solamente in condizioni di innevamento eccezionali e con una continua copertura di neve dura e ghiaccio. Il risalto centrale durante l'apertura è stato aggirato sulla destra, con difficoltà analoghe, rimontando un gradone di roccia completamente crollato negli anni successivi. Salita di grande soddisfazione e difficoltà in ambiente fantastico, assolutamente consigliabile.

Sviluppo: 120 m
Difficoltà: TD, 90°
Esposizione: NE

Materiale: classico da ghiaccio; indispensabili i chiodi da roccia, in particolare quelli più sottili; molto utili friends medio-piccoli e fittoni da neve.

Avvicinamento: dal parcheggio del Lago Santo verso il Lago Baccio e il Rondinaio. Alla Finestra del Rondinaio discendere per un centinaio di metri il canale nel versante del Lago Turchino per poi traversare, verso destra, sotto la parete fino alle vicinanze dell'attacco della via Pesi. (circa 2 ore)


Relazione: Superata l'ultima quinta rocciosa si inizia a salire tra avancorpi rocciosi per pendii a 50/60° fino ad intuire la direttiva del canale. Si sosta dopo circa 60 m su una roccia a sinistra della linea (3 chiodi, 1 lasciato). Eventualmente effettuare fin qui un tiro di corda.

L1: 45m, 60°/75°
Si imbocca una ripida rampa verso destra, poi per salti di misto (75°, poco proteggibile). Si continua su pendio nevoso a 60° puntando ad una fascia rocciosa che sbarra il prosieguo del canale. Sostare a sinistra della verticale (presenti due chiodi a fessura con cordino di calata).

L2: 15m, 90°/60°
Superare il salto verticale direttamente (5 m, M5, passo chiave della via e difficilmente proteggibile): è il passaggio chiave della via, protetto su spuntone, chiodo e friend. Sostare sul lato sinistro della strettoia successiva (3 chiodi, 1 lasciato)

L3: 25m, 85°/80° (possibile unirla con L2)

Si imbocca il colatoio che presenta subito un risalto di misto (85°, M4) da superare in spaccata, poi continua ripidissimo su lastre di roccia e misto in uscita (indispensabili condizioni più che buone della neve). Si sosta su corpo morto o fittoni sulla cresta nord a circa 15m dalla croce. 





Giù dalla Finestra del Rondinaio.

Il traverso sotto la parete.



Finalmente si sale, neve ottima!

Nick si ripara dal vento nei pressi della sosta.


Il Nonno in apertura sul primo tiro.







In arrivo alla seconda sosta.

Barba ghiacciato.


Terza sosta nella strozzatura.

Nick risolve in spaccata il risalto del terzo tiro.



Uscita sempre ripida con neve sottile su roccia


Ambiente super!



Grande soddisfazione!

Il tracciato della via dalla cresta Est.

lunedì 27 gennaio 2014

Staub von dem Süden: endlich der Winter! - Sud del Cimone ski



Qualche scatto dalla sud del Cimone, finalmente l'inverno da sciare, finalmente un pò di polverone a gelare il volto. I monti di casa nella versione più bella. Sempre appagante questa classica ski gita d'Appennino!

Photo Courtesy of Giovanni Danieli - danieligiovanni.it





















lunedì 13 gennaio 2014

Un altro giro di giostra: via Pesi e Ciliegia Gully



Un parco giochi così non è qualcosa di cui possiamo godere spesso. E' questa consapevolezza che mi spinge, nonostante la carne greve dalla mattinata precedente, nonostante i puntuali pacchi subiti da tutti i possibili compagni, per la seconda mattina di fila a puntare la sveglia alle 4.00 e a trascinare le mie stanche membra sulla coltre di ghiaccio che, come una cappa, ricopre tutto dal Lago Santo in su.
Aspettavo da tempo una giornata così, con tutte le salite in condizioni ottime e l'imbarazzo di una scelta a botta sicura. Ci rimette, solo un pochino, l'avventura e l'incognita della ricerca ma si possono facilmente salire un paio di linee effimere da anni sotto tiro.

Voglio togliermi subito un bello sfizio e punto dritto alla Finestra del Rondinaio: da qui si apre la vista sulla splendida parete Nord Est, a mio avviso la più bella del gruppo con una verticalità e friabilità ben noti a noi intenditori, e sulla via che ne attraversa il settore sinistro, unico punto debole, per cengie e misto espostissimi. Un'ardita e storica direttissima disegnata da Marcello Pesi che oggi, bloccata da questa neve marmorea, sembra addomesticata e abbordabile anche in solitaria con buona sicurezza.
Una breve discesa dal Canale della Finestra del Rondinaio mi deposita alla base della parete che risalgo d'un fiato per linee non obbligate, mentre il mare di nubi che mi circonda si gonfia e ribolle. All'uscita, nel punto in cui si incontrano cresta Est e Sud-est, ho appena il tempo di raggiungere la croce prima di essere avvolto dalle tosche nubi.
Inizio la ben nota discesa tornando presto appena al di sotto del nebbione. E' presto e non posso proprio accontentarmi oggi: riprendo a salire verso la Grotta Rosa, cercando di indovinare nella scarsa visibilità l'imbocco della Ciliegia Gully.

Addocchiata salendo il vallone del Lago Baccio poche ore prima, la via è un vero e proprio gully, striscia di appena un paio di metri di larghezza tra le arcigne quinte rocciose della Grotta Rosa.
Oggi eccezionalmente non presenta salti scoperti, anche se la poca neve ne accentua la ripidità. Con queste condizioni ci si diverte per forza e anche la salita dura un istante, mentre tra la nebbia la neve inizia a mollare velocemente.

In cresta, nel white-out totale, mi fiondo in discesa seguendo labili ramponate su un percorso in teoria ben noto, già pregustando il pranzo dalla nonna. A causa di un piccolo errore di valutazione, invece di raggiungere il Lago Santo mi ritrovo circa alla stessa quota ma... nel versante toscano! Inizia allora un penoso peregrinaggio nella nebbia, un paio d'ore che paiono infinite, che mi riporterà all'auto nella maniera più contorta possibile, cioè passando dalla Porticciola, dalla vetta del Giovo (cima leggermente a Nord-ovest della croce) e dal solito Alp99.


Nella foto in alto: prime luci sul Giovo e sulla sua parete che incombe sul Lago Baccio.



MONTE RONDINAIO 1964 m. - VIA CLASSICA ALLA PARETE NORD-EST: 

Primi salitori: ignoti (alpinisti bolognesi, primi anni '70 secondo la guida CAI-TCI)
Difficoltà: AD+, 55/70°
Esposizione: Nord
Sviluppo via: 130 m
Avvicinamento: 2 ore
Descrizione: nella prima parte la via segue un'evidente e sottile cengia ascendente verso sx. Al suo termine un canalino appena abbozzato conduce in cresta. Diverse linee possibili con un po' più ghiaccio o con un tiro di corda.



Al Passetto del Rondinaio ci si affaccia su un'altro mondo.

In breve raggiungo l'attacco della via Pesi.
 







Ottime condizioni, esposizione e divertimento sono assicurati!

Il baratro della Nord Est dalla vetta del Rondinaio.

Prendo la mira sul prossimo obiettivo prima che le nubi inghiottano tutto.

La via Pesi si scorge per intero dalla cresta Nord. 




GROTTA ROSA 1953 m. - CILIEGIA GULLY
Primi salitori: Nicola Bigliazzi e Alessio Brancè il 20/01/2005
Difficoltà: D, 65/75°
Esposizione: Est
Sviluppo via: 200 m
Avvicinamento: 1 ora circa
Descrizione: raggiunto il tratto incassato tra le pareti per pendenze nella norma si incontra uno spit su una roccia affiorante al centro del canale. Da qui la via si impenna, superando un paio di risalti che sfiorano gli 80°. In breve e con direzione obbligata il gully sbuca sul crinale a poche decine di metri a sinistra del bivio del sentiero che scende al Lago Santo.



L'inizio della parte più ripida. Uno spit sulla roccia in mezzo al canale.






Divertimento e verticalità assicurate anche su Ciliegia Gully. Peccato per il ghiaccio che inizia a cedere a causa del caldo e dell'umidità.

La via Ciliegia Gully ala Roccia Rosa, oggi eccezionalmente ben visibile e innevata, si trova sulla sinistra dei canali del Triangolo.