Appennino è un nome
dolce, allegro e leggero. Si pensa che derivi dal culto del Dio Pan,
quando ancora dominavano i celti su tutto il territorio del nord
Italia, ma suona come un diminutivo, nato da un confronto dal finale
scontato con le maestose Alpi.
C'è una sola guida
CAI-TCI per tutto l'Appennino Settentrionale, mentre per le Alpi ne
esistono a decine. Nel nostro Appennino mancano le grandi pareti, le
altezze, i pinnacchi alpini che tanto attirano alpinisti da tutto il
mondo.
Con l'idea di
rendere giustizia ai nostri adorati monti, decidiamo di provare a
concretizzare una visione maturata nella mente di Marco durante le
numerose avventure vissute sul versante del Lago Turchino di fronte
al Monte Rondinaio: vogliamo tentare una nuova via, una direttissima
alla croce sulla scoscesa e traballante Parete Nord-Est.
Le notizie dalle
montagne di casa parlano di 30 cm di neve caduta due giorni prima e
molto ventata. Il fondo lo conosciamo bene: è quello marmoreo delle
ultime uscite.
Partiamo, come al
solito, al buio delle 4 del mattino nella fredda pianura modenese.
Troviamo solo un bar aperto, o forse sarebbe meglio dire
“addirittura”. Ci informano che la strada per Tagliole è chiusa,
quindi passiamo dal paese di Rotàri per raggiungere il parcheggio
del Lago Santo e, dopo un'ora e mezza di cammino, la Finestra del
Rondinaio. Lì incontriamo un vento impetuoso, che sferzerà deciso
per tutta la giornata.
Imbragati, ci
tuffiamo nel canale e, dopo breve discesa, traversiamo sotto la
parete. Non possiamo fare a meno di notare che le due vie a destra
della croce (couloir Fantasma e Senza Nome) sono in condizioni
p-e-r-f-e-t-t-e. Sale l'adrenalina!
La salita incomincia
appena prima della via Pesi ma, a differenza di questa, sale decisa
in alto invece di zigzagare tra le debolezze della parete. Saliamo slegati su neve marmorea e, quando le pendenze aumentano,
montiamo la prima sosta con due chiodi da roccia.
Il Nonno incomincia
le danze su un tiro lungo e ripido, poco proteggibile ma su neve e
ghiaccio resistenti. Essere in tre aiuta a sopportare il freddo in
sosta e ad affrontare con serenità il continuo spin-drift che, per
il vento, la parete ci sputa addosso. Raggiunto il Nonno in sosta,
ora al Barba tocca l'onore del tiro chiave: 15 metri con un passaggio
atletico e verticale: scavando tra roccia e neve trova qualcosa, uno
spuntone, una fessura. Si incastra anche un friend, che deciderà di
rimanere lì. Con grande maestria e dopo non poche indecisioni,
supera il passaggio chiave. Poco dopo siamo in sosta per le terza
volta. Qui la parete si stringe un attimo per poi aprirsi terminando
in cresta a dieci metri dalla vetta. Questi ultimi 25 metri sono
impegnativi e la neve buona è da cercare tra lastroni di roccia e
cumuli mal messi.
Finalmente Nic pianta le picche in vetta, al sole,
al vento. Maldestramente ai compagni sotto la corda si è annodata come non mai ritardando il recupero. Alla fine ci abbracciamo,
entusiasti del risultato, tra orde di sci-alpinisti incuriositi.
Lasciamo in parete due chiodi, un Friend e delle condizioni
patagoniche che ci ricorderemo a lungo.
Una nuova via adesso
corre per la parete Nord-Est del Rondinaio. Dopo intensa
consultazione, concordiamo nell'esultare: “Viva Rotari!”
Grande emozione
quando al ritorno incontriamo Nick e Giampa, venutici incontro a
cercarci.
Anche se con tanta neve bianca e un cielo limpido e
azzurro, domenica l'Appennino si è vestito di Rosso Lambrusco!
Nella foto in alto: il tracciato della via in una foto di repertorio.
AGGIORNAMENTO (febbraio 2016)
In occasione di una gita sul Rondinaio abbiamo ripetuto, con la corda dall'alto, gli ultimi due tiri della via. Abbiamo rimosso il friend incastrato e constatato un importante crollo che ha interessato il risalto del passaggio chiave: il gradone che permetteva la salita sulla destra è completamente scomparso. Il passaggio è quindi superabile solo direttamente, con difficoltà su misto non superiori ma comunque su roccia malferma. Inoltre in S1 abbiamo trovato due chiodi con cordino di calata.
AGGIORNAMENTO (febbraio 2016)
In occasione di una gita sul Rondinaio abbiamo ripetuto, con la corda dall'alto, gli ultimi due tiri della via. Abbiamo rimosso il friend incastrato e constatato un importante crollo che ha interessato il risalto del passaggio chiave: il gradone che permetteva la salita sulla destra è completamente scomparso. Il passaggio è quindi superabile solo direttamente, con difficoltà su misto non superiori ma comunque su roccia malferma. Inoltre in S1 abbiamo trovato due chiodi con cordino di calata.
SCHEDA TECNICA:
Via VIVA ROTARI
Monte Rondinaio – Parete Nord
Est
26/01/2014 – Alpinisti del
Lambrusco (M. Barbieri, F. Tardini, N. Vernazza) in 4 ore.
La via sale la bella parete NE in
linea diretta e verticale per un canale appena accennato, unico intaglio netto
nella parte centrale della parete, poco a più destra della croce di vetta. La
linea è caratterizzata da lunghi tratti di roccia di pessima qualità ed è
salibile solamente in condizioni di innevamento eccezionali e con una continua
copertura di neve dura e ghiaccio.
Sulla sinistra corre la via Pesi,
la classica diretta della parete NE.
La linea è caratterizzata da
lunghi tratti di roccia di pessima qualità ed è salibile solamente in
condizioni di innevamento eccezionali e con una continua copertura di neve dura
e ghiaccio. Il risalto centrale durante l'apertura è stato aggirato sulla
destra, con difficoltà analoghe, rimontando un gradone di roccia completamente
crollato negli anni successivi. Salita di grande soddisfazione e difficoltà in
ambiente fantastico, assolutamente consigliabile.
Sviluppo: 120 m
Difficoltà: TD, 90°
Esposizione: NE
Materiale: classico da ghiaccio;
indispensabili i chiodi da roccia, in particolare quelli più sottili; molto
utili friends medio-piccoli e fittoni da neve.
Avvicinamento: dal parcheggio del
Lago Santo verso il Lago Baccio e il Rondinaio. Alla Finestra del Rondinaio
discendere per un centinaio di metri il canale nel versante del Lago Turchino
per poi traversare, verso destra, sotto la parete fino alle vicinanze
dell'attacco della via Pesi. (circa 2 ore)
Relazione: Superata l'ultima quinta rocciosa
si inizia a salire tra avancorpi rocciosi per pendii a 50/60° fino ad intuire la
direttiva del canale. Si sosta dopo circa 60 m su una roccia a sinistra della
linea (3 chiodi, 1 lasciato). Eventualmente effettuare fin qui un tiro di
corda.
L1: 45m, 60°/75°
Si imbocca una ripida rampa verso
destra, poi per salti di misto (75°, poco proteggibile). Si continua su pendio
nevoso a 60° puntando ad una fascia rocciosa che sbarra il prosieguo del
canale. Sostare a sinistra della verticale (presenti due chiodi a fessura con
cordino di calata).
L2: 15m, 90°/60°
Superare il salto verticale
direttamente (5 m, M5, passo chiave della via e difficilmente proteggibile): è
il passaggio chiave della via, protetto su spuntone, chiodo e friend. Sostare
sul lato sinistro della strettoia successiva (3 chiodi, 1 lasciato)
L3: 25m, 85°/80° (possibile
unirla con L2)
Si imbocca il colatoio che
presenta subito un risalto di misto (85°, M4) da superare in spaccata, poi
continua ripidissimo su lastre di roccia e misto in uscita (indispensabili
condizioni più che buone della neve). Si sosta su corpo morto o fittoni sulla
cresta nord a circa 15m dalla croce.
Giù dalla Finestra del Rondinaio.
Il traverso sotto la parete.
Finalmente si sale, neve ottima!
Nick si ripara dal vento nei pressi della sosta.
Il Nonno in apertura sul primo tiro.
In arrivo alla seconda sosta.
Barba ghiacciato.
Terza sosta nella strozzatura.
Nick risolve in spaccata il risalto del terzo tiro.
Uscita sempre ripida con neve sottile su roccia
Ambiente super!
Grande soddisfazione!
Il tracciato della via dalla cresta Est.