"Solo facendo largo uso di staffe, chiodi, moschettoni, cunei di legno, corde, cordini e forando la roccia con il famigerato bulino, si potevano realizzare via nuove tanto difficili quanto assurde, senza spostarsi dalla linea ideale che avrebbe appunto segnato una goccia d'acqua cadendo dalla vetta."
Cesare Maestri
Da una malsana idea nata il sabato a mezzogiorno, ci ritroviamo a finire la giornata appesi sulle staffe alla Rupe di San Leo.
Su questo bello quanto friabile strapiombo in Valmarecchia, proprio sotto la verticale della torre Nord del maestoso forte famoso per aver rinchiuso il Conte di Cagliostro, Cesare Maestri ed Ezio Alimonta tracciarono una linea perfetta, a goccia d'acqua come il loro alpinismo usava allora. Lo fecero ta 26 e 27 maggio 1968, bivaccando appesi alle staffe alla seconda sosta, e forse piantando quei chiodi a pressione già progettavano la clamorosa salita al Torre di due anni dopo.
Prima o poi l'avremmo fatto, ed ora è arrivato il momento di improvvisarsi nell'arrampicata artificiale e nell'uso delle staffe. Ci avviciniamo alla parete euforici anche se sono già le 18.00 e piove forte (ma per fortuna finirà subito). Un'inconfondibile processione di chiodi a pressione, come formichine, indicano la via che sfugge oltre lo zenith. Iniziamo il duro lovoro che ci tocca per quei 100 metri strapiombanti, tra staffe e moschettoni da mungere senza fine. Facendo un po' di attenzione nel giocare con le staffe si riescono anche a risparmiare un po' di energie. La progressione richiede un sacco di tempo e, senza quasi accorgercene, sbuchiamo in cima alle 22.30 (provvidenziali l'illuminazione della rocca e la frontale sempre appresso)!
La salita, dato il numero imbarazzante di chiodi in parete, è quasi banale ma richiede molto tempo ed energie. Sicura e ben accessibile, è comunque un'ottima via per un primo approccio all'artificiale, presentando difficoltà di A1 costanti. Consigliabili almeno due staffe a testa e le scarpe da avvicinamente pouttosto che le scarpette.
L'accesso alla parete passa per i campi sotostanti e attraversa una fascia boscosa con un sentierino ben visibile e segnato da ometti. La sosta iniziale è su un pilastrino salibile grazie ad alcuni metri di corda fissa. Libro di via alla seconda sosta. In uscita, prima che erba e arbusti prendano il posto della roccia, traversare qualche metro a sx e cercare un paio di vecchi chiodi tra i rovi sui mattoni della torre (presente una corda penzolante a cui sconsigliamo di appendersi in quanto fissata in modo assai dubbio). La via è percorribile anche se piove e di notte, in quanto la parete è ben illuminata da fari potentissimi.
Una bella serata in compagnia, leggendo una pagina di storia dell'alpinismo un po' diversa dal solito. Ne valeva di certo la pena, anche se rimangono tutte le domande sul perchè di quella via in quel luogo e in quel modo.
La parete è evidente e l'avvicinamento è breve.
Sul primo tiro iniziamo da subito a prendere confidenza con le staffe e con l'esposizione.
Nick finalmente arrivato alla prima sosta.
L2, in continui strapiombo ed esposizione.
Uno sguardo ai bei colli attorno, prima che arrivi inesorabile il buio.
Le foto rendono un sacco!! Veramente complimenti ragaz, quando l'ho saputo non ci credevo!! Vedo che la scaletta ha fatto il suo dovere...prossima destinazione Sea of Dreams-Yosemite : http://www.supertopo.com/rock-climbing/Yosemite-Valley-El-Capitan-Sea-of-Dreams
RispondiEliminache cagata...però è stato divertentissimo!! grande barba, sei un promoter instancabile
RispondiEliminamannaggia, se fossi stato a Modena...
RispondiEliminaComplimenti
grande Barba, grande Nick!l'uscita sotto i riflettori è davvero suggestiva, come pure l'ultima foto con in primo piano il Silo della Fassa con intonaco KC1! vero Nonno??!!
RispondiEliminail nonno non solo sapeva della foto, ma ha anche pagato caro...tutta pubblicità occulta, di cui il nonno è dotto e sapiente.
RispondiEliminama è concorrenza sleale!!! il KC1 sul sito no... incredibile. Cmq grande uscita!!!
RispondiElimina...bravissimi!! ..è sempre stato un sogno!!
RispondiElimina..ma un giorno..chissà!
belle le foto!!
gui
Veery thoughtful blog
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