martedì 20 novembre 2012

Pania Secca: Cresta Gialunga


Per gentile concessione di alcuni amici pubblichiamo alcuni scatti da questa bellissima ravanata alpinistica in Apuane. Trattasi della cresta Gialunga, un bel filo di 700 metri dal sapore decisamente avventuroso. 
(Nella foto sopra: Pania della Croce, Alpi Apuane)

Il versante sud est della Pania Secca (1711 m slm) si presenta come una delle strutture rocciose più imponenti e selvagge delle Alpi Apuane. All’estremità meridionale della parete corre la cresta sud-sud-est, detta anche Gialunga, che si mostra in tutta la sua maestosità provenendo dalla Garfagnana in prossimità di Gallicano. La Gialunga, salita per la prima volta nel lontano 21 aprile 1927 dalla cordata Bozzo-Buscaglione-Speich, appare come uno sperone di ben 700 metri di dislivello che dai pressi della cima della Pania Secca precipita fin poco sopra le case di Fornovolasco. L’ambiente è tipicamente Apuano, mai banale e mai scontato: carpineti e faggeti lasciano presto il posto ad immense placconate di roccia o troppo solida o troppo rotta, quindi pareti di “erba verticale”, meglio conosciuta dai frequentatori come “palèo”, arrivano fino alle affilate creste dalle quali..si tocca il mare con un dito….
L’accesso alla cresta Gialunga avviene dal paese di Fornovolasco (480 m slm) dove si imbocca la strada per la Grotta del Vento; in prossimità di un piccolo ponte (il secondo dall’imbocco della strada) si abbandona la macchina in uno spiazzo sulla sinistra e si imbocca il segnavia 130 costituito da una strada carrabile che in breve porta alla Casa Gialunga, da cui il nome della cresta. Si lascia sulla sinistra il sentiero 130 e ci si addentra nell’alveo profondamente scavato e dai fianchi di dubbia stabilità del torrente sotto la Casa Gialunga, lo si percorre per qualche centinaia di metri e se ne esce sulla destra imboccando il canale che scende dal Sassolungo, inconfondibile propaggine inferiore della cresta. Si risale faticosamente il canale, ravanando per ghiaioni e superando con facili passi di arrampicata placche levigate dall’acqua, fino a portarsi ai piedi del Sassolungo a circa 1000 metri di quota dove ha inizio la cresta vera e propria. Il Sassolungo è caratterizzato da diversi diedri formati da compatte placche intervallate da grossi blocchi “pensili”… solo l’intuito vi dirà qual è il diedro da percorrere… nel nostro caso dopo un primo tentativo lungo il diedro apparentemente più semplice abbiamo optato per aggirare l’ostacolo sull’estrema sinistra dove un canale di erba e rocce rotte porta direttamente sul filo di cresta.
Da qui non resta altro che seguire il filo.. inizialmente per semplici rocce rotte..quindi per una bellissima placconata compatta che và via via impennandosi (presenti alcuni chiodi di passaggio e soste nel tratto più ripido) fino al famoso tratto orizzontale o meglio in leggera discesa…affilatissimo, con profondi precipizi su ambo i lati e roccia…marcia…! La presenza di soste ogni 30 metri (quattro in tutto) non toglie il sapore della precarietà dei passaggi e dell’essere appesi ad un nulla…
La cresta riprende con un tratto verticale (anche qui presenza di sosta e chiodi di passaggio) che progressivamente si addolcisce su blocchi instabili e palèo fino a raggiungere la cresta ovest-sud-ovest da cui facilmente in vetta….
Per la discesa si percorre a ritroso la cresta ovest-sud-ovest (via normale), si risale al Rifugio Rossi (tappa d’obbligo) e alla Focetta del Puntone…se c’è tempo, come nel nostro caso, vale veramente la pena di fare una puntata sulla Pania della Croce (1859 m slm), la Regina delle Apuane, sormontata da un’enorme croce e da cui si domina il litorale Versiliese e le 5 Terre. Con un po’ di attenzione si discende per la cresta est alla Foce di Valli (raggiungibile anche dalla Focetta del Puntone nel caso in cui non si salga alla Pania della Croce) e quindi per il lungo sentiero 130 si rientra alla macchina.

L’ambiente, la solitudine (si perché difficilmente troverete qualcuno a ripetere questa via), l’estrema attenzione che richiede muoversi su terreni delicati,  non vi faranno render conto dei 1500 metri di dislivello positivo e negativo superati nel corso della giornata…le gambe saranno stanche ma vi rimarrà soltanto impresso il desiderio di tornare in questo piccolo mondo ricco di tante possibilità di avventura d’altri tempi…LE APUANE…
















4 commenti:

  1. una meta da intenditori...bravi bellissima cresta!

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  2. ciao,se l'avete ripetuta il 17 novembre e eravate in tre abbiamo scambiato 2 parole in vetta alla pania della croce vi ho fatto una foto in controluce mentre scendevate dalla cresta est, se volete ve la mando!

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