Il Campanile appare così. Tutto ad un tratto mentre i polmoni e i muscoli si sforzano per risalire la ripida Val Montanaia, su ghiaioni che paiono pena per i peccati da espiare. E' impossibile non essere scossi da un brivido uniforme. Già definito l'urlo pietrificato di un dannato, il Campanile è invece una lancia puntata al cielo, una scala verso l'infinito, un'ode al sublime ed alla verticalità. Poche guglie riescono in una bellezza così commovente. Innalzato nel magico anfiteatro sulla parte alta della valle, la storia alpinistica che lo vede protagonista è anch'essa parecchio affascinante. Le due cordate, triestini ed austriaci, che se lo contesero, hanno da subito contribuito a scrivere straordinarie pagine su questa strana montagna. Ci sono stati i primi salitori nel 1902 (ndr: K. Gunther von Saar e Victor Wolf von Glanvell, austriaci), questo è indiscutibile. Ma rimane difficile attribuire un unico merito alla prima scalata. Come spesso accade nella storia, bisogna scavare a fondo nei fatti per scoprire che gli uni necessitavano degli altri e che le imprese si compiono spesso su piste già tracciate. Poco importa forse al Campanile. Da ogni lato le pareti sembrano inaccessibili, e solo più tardi si scopre che la faccia sud offre qualche possibilità al passaggio, per poi condurre sul versante ovest attraverso un esile quanto geniale filo roccioso a picco nel vuoto. La discesa poi è tutta per aria, scivolando sulle corde e lasciandosi andare alla tentazione repulsiva del baratro sulla famigerata "calata Piaz", compiuta dal diavolo delle Dolomiti nel 1906 con un gesto impensabile per i tempi. Viene voglia di abbracciarlo questo Campanile.
Al bivacco Perugini un santone pellegrino delle montagne nel mondo ci regala qualche perla, confermando il detto che la saggezza si trova nei luoghi più inaspettati. Fisico da alpinista vagabondo, i capelli canuti di conoscenza, ci sprona ad interrogarci sul rapporto uomo-natura e sulle nostre azioni quotidiane. Forse troppo difficile però riflettere su certi argomenti dopo una notte in bivacco. E poi uscire dalla cuccia e vedere il Campanile fa quasi dimenticare ogni problema, come se il mondo fosse perfetto. "Be optimistic!!" è il saluto che ci lascia prima di riprendere il peregrinare solitario. Con il Campanile alle spalle, roccioso monumento ai nostri sogni.
Parete sud
Alta Val Montanaia: una conca incantata
Il discepolo apprende dal Guru dei monti
L'attacco della via comune di salita
Sul Pulpito Cozzi, immersione nella storia
Fessura Cozzi: onore al grande triestino
La bronzea campana, portata sulla vetta nel 1926, reca la scritta:
Audentis resonant per me loca muta triumpho (a trionfo di chi osa, luoghi silenziosi per merito mio risuonano)
Calata Piaz: 38 metri di balzo nel vuoto
Profilo est del Campanile
bravi ragazzi, bel colpo!
RispondiEliminafantastico l'incontro con quel santone!
mi torna alla mente la scorribanda solitaria dello scorso dicembre in quei luoghi selvaggi, posti davvero da percorrere e da vivere in tutt'uno con la natura! in posti così per forza si diventa filosofi!
con due post così sembriamo quasi alpinisti seri!
RispondiEliminagrandi ragazzi, propongo parrucche stile "guru della montagna" per festeggiare quest'estate
tutto bellissimo! questo campanile sembra davvero un urlo di pietra solidificato! Bravo Nick che come sempre ci svela saggezze di storia d'alpinismo...!
RispondiEliminaQuando volete ci torniamo tutti assieme con un tot di vino e di coppe del Barba!!! Il bivacco Perugini è un luogo da baldoria e tra l'altro si dorme benissimo!!!
RispondiEliminaThe scenery is very beautiful, and you did have an unforgotten experience. I hope that one day i also have chance to visit it.pearl necklace
RispondiElimina