Da Svensby ci dirigiamo a Elvenes, nella parte sudest della penisola, e ci incamminiamo verso Steindalshytta: un luogo incantevole, solitario, a cui si accede per una valle stretta e impervia. Raggiunto questo bivacco, anch'esso perfetto, siamo decisi a salire in vetta all'Imagaisi, incoraggiati dalle temperature più fresche che registriamo al mattino. Dopo un primo tentativo per una via diretta, che abbandoniamo a causa dell'instabilità del manto nevoso, i nostri ramponi riescono finalmente l'indomani a graffiare le rocce della vetta, 1461 m. Ci giungiamo dopo una lunghissima marcia sullo Steindalbreen (-breen significa ghiacciaio), prima salendo la seraccata, poi per un enorme plateau al termine del quale, lungo un breve canalino a 45°, si raggiunge la cresta che velocemente conduce in cima. Sotto i nostri occhi centinaia di vette, ghiacciai, creste, si confondono nel bianco-azzurro della silenziosa primavera nordica e ci riempiono di nuove e preziose energie, utili ad affrontare la lunga discesa. Dopo 12 ore di cammino siamo di nuovo al bivacco. Stanchi, ci carichiamo gli zaini in spalla per ritornare al paese, dove un tedesco naturalizzato norvegese ci ospiterà a casa sua, una delicata villetta sul fiordo, calda e comoda.
Ormai agli sgoccioli, la nostra spedizione terminerà a Lakselvbukt, dall'altra parte della penisola. Raggiunto il paesello in autostop, piantiamo la tenda in riva al mare tra vecchie case di pescatori abbandonate, girovagando nei paraggi nel tempo che ci rimane.
Tornando a Tromsø, dove faremo per un giorno la vita da barboni occupando panchine e sale d'attesa, siamo già con la mente alla prossima spedizione su queste montagne...
bella bella...la prima e l'ultima foto non si aprono
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