domenica 19 dicembre 2010

M.Giovo_Spiccozzate dall'alba al tramonto

Il freddo e la nevicata di venerdi sera, che ha paralizzato le città di pianura, non ci spaventa, anzi sono garanzia di ottime condizioni invernali del Crinale. Alle 5.30 siamo in viaggio con destinazione Lago Santo. Oggi sono riuniti, dopo qualche tempo, tre tra i ghiacciatori più accaniti degli Alpinistidellambrusco. All'alba l'atmosfera è tersa e la temperatura è -12°. Saliamo agevolmente il canale centrale, abbastanza magro ma con i risalti di roccia e ghiaccio in ottime condizioni che permettono divertenti spiccozzate. Dalla vetta, come sempre, panorama invernale incomparabile. Ci caliamo nel versante della Borra dei Porci e saliamo una variante della via diretta alla croce del Giovo. La giornata è spaziale, peccato finirla qua. Scendiamo nel versante del Lago Baccio dal canale sinistro del Triangolo ed attacchiamo un canale, attualmente senza nome, incassato e ripido che prosegue con linea logica ed elegante sino in cima. Ne percorriamo solo la prima parte, poi ripiegamo verso la Cascata dei Celti nei pressi del Lago Baccio. Lo sviluppo della cascata è circa 20 m con difficoltà 2/2+ , e permette una divertente arrampicata. Nel percorrere il sentiero che dal Lago Baccio porta al parcheggio, siamo accompagnati da gelide sfumature di colori che tingono il tramonto. Giornata intensa, ma che riappacifica fisico, cuore, mente e spirito! Un grazie ai compagni di avventura!!

1_CANALE CENTRALE DEL LAGO SANTO

Il Giampa impegnato sulla cascatella subito sopra il lago

Verso il canale


Divertenti spicozzate sui risalti di ghiaccio, oggi in ottime condizioni


Il canale dall'alto


2_DIRETTA ALLA CROCE

Una delle innumerevoli varianti sulla diretta alla croce


Panorama di vetta del M. Giovo


3_ CANALE DELLA SERRA (prima parte)

La logica linea del canale con evidenziati i due tratti chiave della via(difficoltà stimate AD+)

Il primo risalto verticale salito

Il secondo risalto verticale


4_CASCATA DEI CELTI
Il capocordata Joe perfettamente a suo agio si fa strada tra le colate di ghiaccio



venerdì 17 dicembre 2010

Noriglio rock


Di  passaggio dal basso trentino. Data la scarsità di neve al suolo, si decide di abbandonare gli sci e di attaccarsi alla roccia. Il luogo che scegliamo è il muro di Noriglio, piccola frazione e balcone panoramico sulla valle di Rovereto. La parete è  tutta esposta a sud e permette l'arrampicata anche in giornate come questa dove nonostante il tiepido sole le temperature non salgono mai oltre i -2°C. La roccia è bella e abbondante, le falangi fredde e intorpidite, ma in qualche modo ci si tira su per il muro. 
 Roccia e neve due elementi essenziali.











mercoledì 15 dicembre 2010

Esplorazione tra i vaj

Le Piccole Dolomiti, dal punto di vista alpinistico, non hanno nulla da invidiare alle loro sorelle maggiori. Guglie e pareti verticali sono solcate da innumerevoli canali, chiamati vaj dai locali, che offrono splendidi itinerari di ghiaccio e misto di ogni difficoltà.

Il sopralluogo di oggi è alquanto improvvisato: partiamo di buon'ora sperando di trovare qualche informazione al rifugio al Passo di Campogrosso. Arrivati in loco troviamo la strada invasa dalla neve a 3 km dal passo e, una volta raggiunto a piedi, il rifugio è chiuso.
Non ci perdiamo d'animo e iniziamo l'esplorazione. C'è ancora parecchia neve, ora prevalentemente indurita dal gelo dopo il caldo della scorsa settimana. Aggiriamo il Monte Baffelan seguendo la "Strada del Re", osservando dal basso le pareti cercando una via di salita. Alla Malga Baffelan individuiamo un vajo e iniziamo la salita, su splendida neve marmorea.
Percorriamo velocemente il vajo che, seppur poco incassato, sale per circa 300 m con pendenze di 45/55°. Poco sotto la cresta sommitale, nell'incertezza riguardo la via di discesa, decidiamo di non proseguire e tornare sui nostri passi, arrestandoci davanti ad un delicato salto di misto.

Nella foto: Malga Baffelan e sullo sfondo il vajo salito



A sinistra il "Boale del Baffelan", a destra il nostro vajo

La prima parte del canale, inclinata fino a 45°, termina sotto una crestina innevata e prosegue a sinistra

La parte più ripida del vajo, che si impenna ancora di più dal punto in cui giriamo i tacchi

venerdì 10 dicembre 2010

Su e giù dal Giovo

Finalmente tornano freddo e sole, dopo il libeccio che si è mangiato quasi tutta la neve. Quella rimasta è marmorea, l'ideale per iniziare la stagione invernale. Andiamo quindi a controllare, ma vediamo subito che la situazione è tragica e la neve è pochissima. Non perdendoci d'animo, ci ingegnamo per trovare qualche canale o pendio su cui piantare le piccozze.

Per colazione scegliamo il canale Sinistro del Giovo. Da sotto sembra essere percorribile, a differenza dei vicini Centrale e Destro in gran parte scoperti.
La prima parte è perfetta, con un buon fondo di neve ottima. L'ultimo salto roccioso è purtroppo totalmente scoperto e siamo obbligati ad alcuni emozionanti passi di arrampicata verticale, così come scoperta è l'uscita, su erba e pietrisco.
Il versante della Borra dei Porci ci appare dalla forcella all'uscita del canale maggiormente innevato: scendiamo quindi per il canale Alp 99 ed iniziamo la risalita puntando dritti alla vetta.
La Diretta alla Croce sale senza una linea obbligata l'ampia parete sotto ciò che resta delle cornici della cresta sommitale, con pendenze dai 50 ai 60°. Nonostante alcune fasce rocciose scoperte riusciamo a tenere una linea abbastanza diretta stando sempre sulla neve, ad eccezione di un breve e facile passaggio in prossimità della vetta.
La giornata è magifica: -6° e una leggera brezza, l'aria è tersa e c'è una visibilità eccezionale.
Scendiamo per il canale Sinistro del Triangolo, ancora ben innevato.

Nella foto la vetta del Giovo e il suo versante settentrionale



Il canale Sinistro visto dal lago e dalla base


Alla base del difficile salto scoperto

L'uscita su erba



L'ampia parete sotto la vetta, con evidenziata la via di salita


Gli ultimi metri prima della croce


domenica 5 dicembre 2010

Denti della Vecchia: traversata SW-NE


Tanta neve fresca non ancora assestata oggi, in alto ventata e coperta da uno strato di ghiaccio che si rompe sotto ogni passo. Sono solo e decido che è la volta buona di percorrere l'affilata cresta dei Denti della Vecchia.
Essendo nel cuore del comprensorio dell'Abetone sarò facilitato dalle piste nell'avvicinamento, ma mi impongo di essere mattiniero per non trovarmi in mezzo alla folla di sciatori domenicali e per sperare in qualche raggio di sole all'alba, prima che nubi alte lo coprano del tutto.

Come previsto raggiungo il Passo della Vecchia all'alba, salendo subito la cresta che in breve e senza difficoltà raggiunge la cima meridionale dei Denti della Vecchia. C'è un forte vento e le rocce sono ricoperte da uno strato di ghiaccio; il termometro segna -6°. Da qui la cresta si fa affilata e rocciosa, presentando alcuni punti particolarmente esposti e impegnativi. Il passaggio chiave è un'affilatissima lama di roccia che per alcuni metri costringe a percorrere a gattoni o a cavalcioni una passerella larga appena qualche decina di centimetri (presente un utilissimo cavo metallico). Lasciato alle spalle questo passaggio aereo ci si trova sulla vetta settentrionale, da cui una facile discesa conduce al Passo della Fariola.
Contino la cresta che conduce più facilmente fino al Monte Gomito, attraversando la rocciosa Alpe Fariola, ed in breve trovo riparo dal vento gelido al rifugio in compagnia dei primi sciatori.




La cresta dalla vetta meridionale. Cippi di confine tra il Ducato di Modena e di Toscana lungo tutto il crinale.



Le rocce del breve passaggio chiave, ricoperte di verglass.

La parte più affilata della cresta, situata tra le due cime.

Veduta d'insieme dall'Alpe Fariola, l'antecima del Gomito