martedì 29 giugno 2010

Gran Sasso

Il Gran Sasso, con i suoi 2912 m, è il tetto d'Appennino. Maestoso, si erge improvvisamente dai pascoli circostanti, spostando verso il cielo la soffice linea che tra Campo Imperatore e i Prati di Tivo crea quello che è soprannominato il Piccolo Tibet. Un Appennino aspro, selvaggio e superbo, che non fa sconti agli alpinisti. Certamente da non sottovalutare. Il nostro pellegrinaggio attraversa la neve di fine Giugno, le ripide creste rocciose e gli instabili sfasciumi alla base delle montagne. Ma anche il verde mare dell'altipiano, che sembra perdersi contro le pareti del Corno Grande e delle cime circostanti, tra ovini, mucche e cavalli selvaggi, come si vedevano solo nelle praterie degli indiani d'America. I rifugi sono pochi e con l'eccezione del mitico "Franchetti" e del "Duca degli Abruzzi", si presentano come capanne incustodite, per la libertà del viaggiatore. Un luogo di contrasti insomma, in cui si rispecchia anche la sua gente, cordiale come uno scivolo di prato e allo stesso tempo di animo roccioso come i pilastri del Corno Piccolo. Davvero il grande Appennino.


Il viaggio inizia lento: terme, colazioni e sonno tra gli olivi



Il Duca degli Abruzzi: la sua traccia è davvero ovunque




Anticima del Corno Grande (da noi chiamata Cima della Frettola)


Corno Grande: vetta Centrale e vetta Orientale





Cima della Frettola





Durante la salita cornice con il caratteristico profilo del Corno Piccolo


Il Calderone: il ghiacciaio più a sud d'Europa



Sul tetto d'Appennino: punto più alto dell'Italia peninsulare



La superba nord del Monte Camicia: quintessenza dell'alpinismo d'avventura in Appennino.




Monte Camicia e scorci d'Appennino centrale


1 commento:

  1. ottima escursione!! e belle foto!! da ignorante su queste zone non mi è ben chiaro il tragitto che avete fatto...vedo anche due "vecchi" nuovi Alpinistidellambrusco....

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