domenica 29 gennaio 2017

TRISTENBACH_ghiaccio ai piedi del Collalto



Riva di Tures sorge in una bella piana dominata dal versante nord del Collalto (Hochgall), massima elevazione della catena delle vedrette di Ries. Qui i ghiacciai alimentano numerose cascate e torrenti che d'inverno trasformano la Valle in una delle più importanti e belle località ghiacciatorie delle Alpi Orientali.
In questi giorni c'è l'imbarazzo della scelta su dove andare, ed in realtà optiamo per Riva di Tures solo in viaggio lungo il Brennero, in quanto più ad est sembra esserci maggiore garanzia di sole ed è un posto dove ancora non siamo stati. Optiamo per Tristenbach una delle salite più classiche della valle che con difficoltà medie permette una scalata in ambiente fantastico ai piedi del Collalto. Siamo Giampa, Alle ed Edo e nonostante i livelli tecnici molto diversi, alla fine ci divertiremo tutti. Alle 7.30 ci inoltriamo nella gelida (-14°) Bachertal, piccola valle che si dirama da Riva fino a Malga Sage dove si parcheggia. Si segue dapprima il sentiero n. 7 poi una mulattiera fino a quando (20 min) in prossimità di un tornante sulla destra, un cartello indica la cascata. Superiamo con un facile tiro una prima goulotte per portarci sotto al salto principale della cascata che si supera in due tiri con bella uscita tra le rocce scavate dal fiume. Da qui ci si potrebbe calare in doppia (praticamente impossibile se ci sono altre cordate che seguono), oppure uscire sulla destra verso il sentiero. Noi proseguiamo a piedi lungo il torrente e dopo poche decine di metri si entra in un bell'anfiteatro di ghiaccio dove saliamo un bel salto di 20 m su ottimo ghiaccio. Ricalati nell'anfiteatro il corso del torrente si incassa in una profonda gola, ed incuriositi lo risaliamo. Si supera qualche facile ma bellissimo salto di ghiaccio con percorso stile canyoning tra toboga e scivoli naturali scavati dal torrente fino a quando il torrente si apre e diviene più orizzontale. Da qui si esce sulla destra ed in breve si intercetta il sentiero 8 che scende a valle ricollegandosi al tratto percorso la mattina. Completiamo la giornata alla bella falesia di ghiaccio dell'Angerer, proprio dietro alla Malga.
Una bellissima giornata di ghiaccio.

 
il profilo del Moosstock_la prima Cima di Hans Kammerlander!

 
e lo splendido Collalto (Hochgall)

alla base di Tristenbach

 il Giampa "rompe il ghiaccio" sul primo tiro


la prima divertente goulotte

Edo in passeggio

lasciamo la prima sosta

trasferimento sotto il muro del secondo e terzo tiro


 
Il secondo tiro mette finalmente a suo agio Edo


scorci glaciali

Alle parte per il terzo tiro

La bella sezione finale

il Giampa in uscita dal terzo tiro

terza sosta in pozza


poco dopo si entra in un bell'anfiteatro di ghiaccio con l'ultimo ripido salto

inizia la sezione di canyoning



Alle ed Edo risalgono un Toboga



flusso congelato


si sale tra le gole scavate dal torrente




facili belli e divertenti!

la falesia di ghiaccio dell'Angerer


mercoledì 25 gennaio 2017

Dalla nebbia alle nuvole - ricomincia l'esplorazione al Rondinaio!


Le notizie di buone condizioni in Appennino si rincorrono da alcuni giorni e decidere dove dirigersi è un'impresa ardua... Indecisi tra Apuane e reggiano, stranamente andiamo a finire al Lago Santo! 
Ho un nuovo compagno di scorribande oggi: è Bernardo, ottimo rocciatore e aspirante appenninista, impaziente di provare nuove esperienze.

Il meteo incerto non ci scoraggia e poco dopo 5 del mattino siamo già al parcheggio, in una nebbia fitta fitta. Seguiamo le tracce nella neve fresca fino al Baccio, oltre a tratti si perdono dove affiorano croste ghiacciate sempre più dure. Alla Finestra del Rondinaio ci affacciamo su un altro mondo, bellissimo: siamo oltre le nuvole, il sole sta per levarsi arrossando il cielo dietro l'Alpe Tre Potenze e illuminando pallidamente il Giovo che sembra galleggiare nelle nubi.
La coltre di ghiaccio è sottile ma ci fa presagire ottime condizioni, così ci addentriamo nella parete, sempre più infuocata dal sole, dal solito canale della Finestrella. E' una visione patagonica, scozzese, tutto è incrostato e fiorito di bianco, siamo euforici.

Mi dirigo deciso verso una linea che addocchiavo da tempo, già due o tre volte eravamo passati di lì senza trovare le giuste condizioni, ma oggi possiamo provare! Non dovrebbe essere troppo dura, così parto tranquillo su ottima neve. Allestiamo una sosta con un chiodo alla base del primo tratto ripido. Percorro la rampa molto ripida, verso destra, un susseguirsi di salti coperti da poca neve ghiacciata che blocca sassi instabili e ricopre ciuffi d'erba. Non è affatto facile proteggersi, le rocce sono talmente incrostate che non si vedono le fessure e le camme dei friends non mordono sulla roccia ovunque coperta da uno strato di ghiaccio trasparente. La neve peggiora salendo, la crosta si assottiglia e diventa più delicata, ma le pendenze non sono mai estreme. Pianto un chiodo, uno snarg, un ice piton (definitivamente i migliori alleati di ogni appenninista!) e finisco le corde prima di riuscire a fare una sosta decente; ne improvviso una su neve, a pochi metri dalla cresta finale. Bernardo si trova subito a suo agio divertendosi alla grande. Felici dell'apertura, concordiamo nel voler fare un altro giro!

Pochi minuti dopo siamo già alla base della parete, ma il sole è caldo e inonda tutta la parte destra, che sgocciola e scarica pezzetti di ghiaccio. Siamo sempre al limite delle nubi, che sembrano riempire la pianura e tracimare in Toscana, senza mai arrivare a lambire la piramide del Rondinaio.
Traversiamo verso sinistra, dove ancora la parete è in ombra; passiamo sotto a Viva Rotari, ma la via è secchissima. Proseguiamo verso la Via Pesi, decisi ad inventarci qualche variante. Scaliamo un bel canaletto nella parte bassa, pochi passaggi atletici (80°) fino alla cengia mediana. Da qui la neve peggiora, obbligandoci a divagazioni poco raccomandabili su ciuffi d'erba gelata e neve crostosa, un altro lungo tiro appena di misura per raggiungere un saldo spuntone sulla cresta est.
Di nuovo in vetta, al sole sopra un mare ribollente di nuvole; che giornata!

Scheda tecnica:
Via "Dalla nebbia alle nuvole"
Marco Barbieri e Bernardo Moranduzzo, 22/01/2017
D+, 65°/75°, 100 m
La via percorre una rampa su terreno misto ascendente verso destra, caratterizzata da ciuffi d'erba, terra e roccia di pessima qualità. Utilizzati in tutto un paio di chiodi sottili e un friend medio, altrimenti le uniche possibilità di protezione sono snarg o warthog da infiggere nel terreno gelato.
Le condizioni trovate su un terreno così ripido ed esposto sono state da ottime alla base ad accettabili in uscita. Per una ripetizione è auspicabile una maggiore copertura nevosa per poter usare qualche fittone e corpo morto, soprattutto per la sosta finale. 
In apertura abbiamo salito slegati i primi metri, sostando su roccia all'imbocco della rampa, per poi fare un lungo tiro da 60 m terminato una ventina di metri dall'uscita in cresta - sosta su neve; è preferibile fare due tiri.


In alto, la parete nordest del Rondinaio in una foto di repertorio.





Alba alla base della parete 

 L'inizio del viaggio sulla lunga rampa di misto









 Di nuovo giù dal canale della Finestrella

 Il cuore della parete; sulla destra la via Viva Rotari

Un pepato accesso alternativo alla via Pesi