giovedì 22 maggio 2014

Alla scoperta di un altro pezzo d'Appennino: arrampicata alla Rocca del Prete



La val d'Aveto, incantevole burrone circondato da verdeggianti picchi scoscesi, termina nella piana di Santo Stefano, paesello vivo e affascinante della Liguria appenninica. Stagliato nel cielo, a poca distanza, il massiccio del Monte Maggiorasca con i suoi 1800 metri, massiccio più alto della regione ligure, si appoggia su un magnifico bastione roccioso, una "Marmolada appenninica" di chiara roccia basaltica. E' la cosiddetta Rocca del Prete, una vasta parete alta fino a 150 metri, solcata da numerose vie d'arrampicata, perlopiù spittate, di tutti i gradi e di tutti i gusti (Su questo sito le utilissime recensioni). 
Parcheggiata la macchina poco dopo il Passo del Tomarlo, in appena mezz'ora raggiungiamo Prato della Rocca, tranquilla e rilassante radura ai piedi della bastionata rocciosa. Siamo decisi a salire per la via Diretta (o via Riccardo), una storica via che affronta direttamente la parte e probabilmente la più avventurosa e meno frequentata. Nonostante l'accumularsi di nubi nel cielo attacchiamo, ma subito una pioggerellina sottile, a tratti mutata in grandine, ci ostacola la salita. La via inoltre è dura, non sappiamo bene dove passa e la roccia sporchissima, coperta di muschi e licheni e sotto la pioggia, che non smette, è scivolosa come una saponetta. Decidiamo quindi di calarci e di aspettare il bel tempo e tornare alla radura dove, intanto, piantiamo la tenda. 
Mentre ammiriamo la spettacolare cascata dell'Acquapendente, scorgiamo uno spiraglio di sole e ci dirigiamo, questa volta, verso il più facile spigolo Nord, che risaliamo velocemente nonostante la pioggia nei tiri iniziali. Arriviamo in vetta col bel tempo e proseguiamo verso il Maggiorasca, arrampicando un poco sulla sua parete Sud (circa 40 metri, diverse vie sportive). Dalla vetta è uno spettacolare tramonto.
Finalmente a "casa", accendiamo un grande fuoco e ci concediamo insalatone e ogni altro ben di dio. La mattina, causa le piogge intense, decidimo di esplorare il Parmense e, girovagando, visitiamo l'Ansa dei Graniti e la Rocca delle cinque dita, due emergenze rocciose della val Ceno con qualche vago interesse arrampicatorio. Concludiamo il weekend a casa della nonna Angioletta con un ottimo piatto di tortelli (parmensi) e qualche bottiglia di vino.


La parete della Rocca del Prete: al centro la via Diretta, a sx lo spigolo Nord.

Il Groppo Rosso, il Birillo e la cresta omonima, itinerario avventuroso poco distante.

 Alla base della parete .







 Sulla scivolosa via diretta

 Il canale Martincano e lo Spigolo Nord.






 Sullo sfondo compare la vetta del Maggiorasca.



 La parta più spettacolare del facile e panoramico spigolo.


 Tramonto dal Maggiorasca.

domenica 4 maggio 2014

CORNONE DI BLUMONE_Canale Centrale

Il Cornone di Blumone è una cima situata alla testata del Val di Càffaro alle propaggini meridionali del Gruppo dell'Adamello. E' accessibile da Brescia attraverso il passo di CroceDomini o dal versante Trentino attraverso la solitaria Piana del Gaver. In ogni caso il punto d'appoggio è il locale invernale del Rif. Tita Secchi presso la diga dell Enel che forma il Lago delle Vacche al cospetto della parete Ovest del Cornone. Su questo versante sono state tracciate diverse vie di misto che, a dispetto della loro bellezza e della bellezza del luogo vedono pochissima frequentazione. La nota guida del Cappellari a proposito dice "...le salite non hanno nulla da invidiare alle più blasonate goulottes del Monte Bianco..."
Parcheggiamo l'auto a M.ga Gaver e nonostante siamo ad appena 1500 m ci sorprende la quantità di neve ancora presente. Il tempo pazzerello primaverile ci fa attendere la partenza, ma ben presto ci incamminiamo nei boschi selvaggi, senza sentiero e guidati solo dall'intuito in direzione del P.sso delle Vacche. Il cielo rasserena velocemente regalandoci uno splendido tramonto. Dopo 2 ore e mezza siamo al bel bivacco invernale del Rif. Tita Secchi. L'oscurità non ci permette di vedere la parete del Cornone, l'atmosfera è pienamente invernale, soffia un vento freddo e secco da Nord e la neve in alcuni punti raggiunge ancora il tetto del Rifugio. La cena è tradizionale a base di tortelloni Casarecci e Lambrusco. Il menù prevedeva anche una bottiglia di vino Merlot, ma che purtroppo è andata  perduta durante la salita. Alle 5.00 l'atmosfera è gelida, finalmente vediamo la parete della montagna, ed optiamo per il facile Canalone centrale. Davvero bella anche la linea della via dei Camini, ma ormai il ghiaccio qui scarseggia. Il canale ha scaricato proprio il giorno prima, risaliamo quindi velocemente su fondo duro, compatto e ben rigelato, superiamo la strettoia con qualche passo delicato di misto e ci portiamo sul pendio finale.
A pochi metri dal colle, in prossimità del punto di distacco della slavina che ha spazzato il canale, iniziamo a  sprofondare vistosamente su neve instabile. Con lo sguardo cavalchiamo la vetta a pochi passi da noi immaginando lo splendido panorama che si staglia nel cielo Terso e poi prudenzialmente iniziamo ad attrezzare le doppie di discesa dal Canale. Ripetiamo ogni gesto al contario sino a tornare al Rifugio dove finalmente possiamo contemplare la bellissima parete Oves del Cornone di Blumone. 

In alto il Rif. Tita Secchi  con dietro la Parete Oves del Cornone di Blumone.
Uscita risalente a Domenica 4 Maggio


suggestivo tramonto sopra la piana del Gaver


meditazione e riposo in bivacco


 
 si sale su ottima neve dura


 
 in sosta in prossimità della strozzatura a metà canale

 

 

 
 il Nonno "rompe gli indugi"

 

 
 la parte alta del canale

in sosta sulle roccie sotto al colle

si scende,...

 uno sguardi indietro

 
 in rosso il canale centrale con il punto raggiunto, in verde la bella goulotte della via del Camini

 selfie dal rifugio Tita Secchi

La casa del Gurdiano della Diga a circa 2400 m ancora sepolta di neve

 
contrasti lungo il sentiero di discesa

venerdì 2 maggio 2014

Hoher WeiBzint - Punta Bianca


Splendida cima delle Alpi Aurine collocata tra il Gran Pilastro e il Mèsule. Salita sci ai piedi in compagnia degli amici trentini, autentica garanzia di qualità in questo paradiso dello sci alpinismo (dopo l'Appennino ovviamente).

L'itinerario parte dal Lago di Neves per inoltrarsi nella valle della Pipa e raggiungere così i 3370 m della vetta. Difficoltà: BS. Dislivello: oltre 1500 m

Altre foto su:
http://mai-zeder.blogspot.it/2014/05/punta-bianca.html



Lago di Neves ancora in parte ghiacciato





Pfeifholdertal (valle della Pipa)



Punta Bianca







Rifugio Ponte di Ghiaccio









Magnifico spunta il Gran Pilastro





Ultimo pendio