lunedì 26 aprile 2010

MARMOLADA_Parete Nord

Una volta era l'unica parete di ghiaccio delle Dolomiti, oggi, purtroppo è perlopiù un pendio roccioso ed ha forse perso il suo splendore degli anni '80. La Parete Nord della Marmolada rimane comunque la via più bella per salire a Punta Penia dal versante Nord. La sveglia Domenica mattina suona presto e sotto un cielo grigio e qualche goccia di pioggia saliamo a P.sso Fedaia. Alle 04.55 alla luce delle frontali ci incamminiamo lungo la pista da sci verso Pian dei Fiacconi. Il rigelo notturno è sufficiente per farci montare i ramponi, saliamo di buon passo ed alle 06.10 siamo al Rifugio Pian dei Fiacconi dove anche il corso CAI di Reggio E. al gran completo è in partenza verso la Nord della Marmolada . La neve lungo il tracciato è ancora parecchia e ad alta quota presenta ancora caratteristiche invernali. Chi batte traccia fatica, e dove la parete si impenna, in alcuni tratti la neve è farinosa ed inconsistente. Aggirimo un tratto roccioso, proseguiamo dritti su un pendio nevoso con pendenze di 45° sino ad immetterci in un canalino a 50° che taglia la parete verso sinistra e conduce sul pendio sommitale sino in vetta. La discesa per lo Spallone della Marmolada, date le ottime condizioni di innevamento, è poco più che una passeggiata e non presenta nessuna difficoltà,...anzi rimpiangiamo di non avere gli sci...

PARTENZA: Diga Lago Fedaia
DISLIVELLO SALITA: 1300 m
DIFFICOLTA' AD-
TEMPO DI SALITA: 5h circa



In alto lo sperone roccioso che culmina a P.ta Penia, sotto in fila verso il vallone della paret nord

Il vallone su cui precipita la parete Nord di P.ta Penia
Affollamento lungo il tratto ripido della via


Il Giampa, Matteo e il Nonno si godono il momento

All'uscita della via sulla calotta di ghiaccio di P.Ta Penia

Alpinistidellambrusco in vetta
Il Gran Vernel con la sua via Normale ci accompagna per gran parte di questa stupenda giornata

martedì 13 aprile 2010

PARETE NW ALPE DI VALLESTRINA: LA TRILOGIA

Lasciate sfilare le giornate di festa con il loro tempo incerto, un esemplare della sottospecie corlese di Alpinista del Lambrusco, come suo solito, si avventura solitario il mattino presto all’esplorazione degli anfratti più ombrosi dell’amato Appennino. Il suo istinto lo ha portato stavolta all’Alpe di Vallestrina, precisamente sulla sua pareteNW, una cima di secondaria importanza nel Gruppo del Monte Cusna. La prima via prescelta è la Fornaciari.
1. Via Fornaciari (rosso)
Sale regolare nel canalone al centro della parete. Velocemente si risale il canale a 55-60°, superando alcuni tratti più ripidi (fino a 70°) con fondo nevoso scarso. A metà della via una variante conduce ad aggirare a sinistra uno sperone roccioso salendo un ripido ed incassato canalino, per poi con un breve traverso a destra riportarsi al centro del canale. Si esce in vetta sul ripido, superando una piccola cornice.
Sono in vetta alle 8.10. è prestissimo, si attacca la via Ellitilli.
2. Via Ellitilli (Arancio)
Sale verso sinistra su di un’evidente cengia nevosa, per poi salire su un nevaio fino alla cresta, a una ventina di metri dalla cima. La cengia imboccata però non è la giusta, più stretta e scoscesa, con neve non ghiacciata e con scomodi tratti scoperti. Vi si accede attraverso un saltino roccioso e la si abbandona dopo alcune decine di metri, superando un secondo balzo poco innevato (70°) e salendo poi un ripido pendio di neve dura (60°) che, piegando infine a sinistra, sbuca addolcendosi sulla cresta sommitale.
Sono di nuovo in vetta alle 9.10. è prestissimo, si attacca la parete per una nuova via.
3. Via "Dulcis in fundo" (Giallo)
Alla base della parete, procedendo verso il centro, è facile inventarsi qualche linea sui solchi più o meno innevati che interrompono le compatte bastionate rocciose. La nuova linea di salita, un canalino di terra e neve che si impenna sino a 75°, termina su un pendio e dopo un traverso verso destra che, e superato un altro salto molto ripido, riporta alla traccia della via Fornaciari. Poco più in alto, a destra, si svela un canalino incassato e ripidissimo, che di fatto sale tra la Via Fornaciari e la Via Joe Mitraglia quast'ultima aperta da Sturno & Company 08.02.2004. Il canalino ricoperto di sassi, terra e colate di ghiaccio (75° o più) procede allargandosi e salendo dritto per dritto, alternando molta terra a poca neve ghiacciata, con pendenze sostenute sempre oltre i 65° e tratti rocciosi impegnativi. L’uscita è sulla destra, sulla cresta nello stesso punto in cui termina la via Ellitilli.
Soddisfatto, l’esploratore solitario scende verso valle,dopo una mattinata di puro ravanamento su neve, ghiaccio e roccette.
Veduta d’insieme della parete NW dell'Alpe di Vallestrina

Rosso: Via Fornaciari AD (tratteggiata la variante)
Arancio: Via Ellitilli AD (18.03.2000) (tratteggiata la via originaria, continua la variante seguita)
Blu: Via Joe Mitraglia AD+ (08.02.2004)
Giallo: Via Dulcis in fundo D- (06.04.2010)
Verde: canali seguiti in discesa

La parete vista dalla base, poco sopra il bivacco Vallestrina.

La via Fornaciari vista dall’uscita in vetta


La via Ellitilli dal basso e dall’alto.

Uno scorcio laterale della parte alta della parete.

Il canale a sinistra della parete seguito in discesa.


La seconda parte di ghiaccio e misto di"Dulcis in fundo"

Sassofratto, Prado e Cipolla, con le innumerevoli linee di salita.



sabato 3 aprile 2010

Parete Est Corno alle Scale_Canalone dei Bolognesi

Il lato più selvaggio ed alpinisticamente più interessante del Corno alle Scale è il suo versante est. Da Monteacuto si può ammirare la geometria perfetta della parete e delle possibili linee di salita. Tra queste la via più bella ma anche la più difficile per salire in vetta è il "Canalone dei Bolognesi". Il tratto chiave sono gli ultimi 100 m di scalata su terreno misto con pendenze sempre sostenute e tratti sino a 75°. Complessivamente la salita è valutata sulle guide ufficiali come AD+, ma, se confrontato con altri canali in Appennino, riteniamo che un D sia più verosimile, anche per il fatto che sulla via si trovi una sola sosta fissa con due chiodi a fessura presenti sull'ultimo tiro. Nonostante ciò, forse per la scarsa accessibilità della parete e lo scarso reperimento di informazioni sulle vie di salita, questo versante risulta poco se non addirittura mai frequentato. La parete est però ha un suo custode. Alberto, Alpinista per passione e promotore di un Alpinismo pulito e lontano dalle rotte più comuni, conosce la parete meglio di chiunque altro. Se durante le mattinate invernali di cielo terso, alzando lo sguardo alla parete, notate strani movimenti non c'è dubbio: è Alberto, il custode della EST! Così è successo pure a noi. Dopo un bivacco sulla cresta dei Balzi dell'Ora ci caliamo nel cuore della parete e puntiamo dritti al "Canalone dei Bolognesi". L'incontro con Alberto era annunciato, e quasi non mi sorprendo alla sua vista. Si forma una cordata a tre e con 4 tiri superiamo, non senza difficoltà , i 100 m finali che ci portano alla croce di vetta a 1944 m. E' una prima assoluta per tutti e tre e probabilmente si tratta della prima ripetizione degli ultimi due anni. In discesa ci sorprende una nevicata primaverile che ci fa assoporare questi ultimi scampoli di questo inverno indimenticabile.
Sopra: in rosso la via di salita, in verde la via di discesa sulla cresta dei Balzi dell'Ora

Gli ultimi 100 m del Canalone dei Bolgnesi visti dalla base

La severità dello stesso tracciato visto dalla cresta dei Balzi dell'Ora

Allestimento del "campo base"

Nel cuore della parete EST verso il vero attacco dei "Bolognesi"

Il Traverso che porta ai chiodi a fessura dell'ultima sosta



Il custode della EST ci apre la strada tra le meringhe di vetta

Il vagabondo dell'Appennino, all'uscita del canale

Foto di vetta!


La cresta dei Balzi dell'Ora in discesa verso la tenda