La val Zebrù è, a quanto si dice, la valle alpina più lunga senza strade...asfaltate. Tuttavia, la splendida carraia serpeggiante, che ascende lentamente tra i boscosi declivi di una valle incantevole, è spesso percorsa da jeep, moto, bici (quasi tutte elettriche). Noi la attraverseremo tutta quanta a piedi, zaini in spalla, dopo una bella notte in tenda nel parcheggio terminale di Niblogo, a pochi km da Bormio. Mentre camminiamo parliamo, osserviamo e pensiamo che forse, in quelle baite, affacciate sull'inquieto torrente Zebrù, sarebbe stato bello trascorrere almeno un po' di pandemia.
Arrivati a quota 2000m circa, all'altezza della "baita del pastore", inizia la parte più ripida del sentiero, che ci trasporta lentamente in un paesaggio molto diverso, sassoso, su cui svetta il Rifugio V Alpini. L'accoglienza al rifugio è ottima: ne approfittiamo per ripassare le manovre di corda su ghiacciaio, osservare la via di salita e rifocillarci.
Il mattino dopo, alle 5, siamo sulla vedretta: alla nostra destra si apre la valle che conduce alla sud del Gran Zebrù mentre a sinistra sale la nostra via, che «peripla» attorno alla vetta per poi attaccarla da nord. Il ghiacciaio è quasi completamente coperto di neve, e la salita si svolge tranquillamente fino al bivacco Città di Cantù, un nido d'aquila a 3500m. Da qui la via normale proseguirebbe per un pendio nevoso sotto la verticale della vetta: tuttavia, la salita per quel percorso ci appare tecnicamente molto complessa, data l'assenza quasi totale di neve e il ghiaccio seraccato affiorante. Optiamo per la via alternativa e puntiamo all'inizio della cresta, sulla nostra destra. Affrontiamo un'ostica paretina ghiacciata e arriviamo a una sosta attrezzata. Un piccolo traverso ci porta quindi su una breve placca ghiacciata che ci conduce in cresta. Percorriamo il molto aereo filo di cresta, un ammasso di sassi di svariate dimensioni, tutti molto instabili, e arriviamo in vetta insieme ad una seconda cordata. La vista è davvero incredibile!
La discesa procede spedita: un'unica doppia, alla fine della cresta, ci deposita sul ghiacciaio. Ora ci attende una luuuuuunga passeggiata fino alla macchina e un ancor più lungo ritorno in macchina, spezzato da un tuffo nel lago di Iseo, tra pescatori di Agoni più o meno fortunati: una splendida avventura, a presto val Zebrù!
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Malox | |
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Il Rifugio V Alpini
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La parte bassa della vedretta
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Intravediamo il bivacco Città di Cantù
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Sulla sottile cresta finale
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Gran Zebrù, parete nord
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Ortles |
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Un bagno finale nel lago di Iseo
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