venerdì 6 settembre 2019

Cresta Marimonti: spigolo di granito alla Punta Sertori


Per gli Alpinisti del Lambrusco Ferragosto vuol dire alta quota e gita sociale. Quest'anno un po' anomalo però ha sparigliato le carte, e all'appuntamento estivo non tutti avevamo la stessa voglia di calpestare ghiacciai sofferenti, dai quali giungevano a raffica notizie di crolli e instabilità. Io e il Nonno optiamo quindi per rispolverare le nostre abilità arrampicatorie, ormai sopite dall'eccessiva inattività, approfittandone per fare una visita a luoghi per noi nuovi, immancabili ed iconici come pochi altri: i colossi di granito della val Masino. L’obiettivo: la Cresta Marimonti alla Punta Sertori, dovrebbe soddisfare alla grande la nostra voglia di arrampicare senza presentare difficoltà eccessive; la successiva traversata al Badile per la cresta Est è l’ambizioso obiettivo finale.

Ci carichiamo quindi la tenda in spalla e ci lasciamo volentieri alle spalle il caos della val Masino salendo la bella val Porcellizzo fino al Rif. Gianetti, nei pressi del quale allestiamo il campo base, accompagnati da un gregge di pecore fin troppo curiose. Circondati da simili cattedrali di granito ci sentiamo immersi in queste vette tutte da scalare; il Pizzo Badile ci sovrasta benevolo scrollandosi via la nube che lo incappucciava nel pomeriggio.

L’indomani ci muoviamo che è ancora buio e raggiungiamo l’attacco mentre sorge il sole. La notte è stata più fredda del previsto e ad arrampicare in quel camino si gela. L’assaggio di quel granito comunque ci aggrada e proseguiamo per qualche tiro fino a ritrovare volentieri il sole. 
Decidiamo ora di complicarci un po’ le cose: il Nonno lasciando cadere il suo secchiello; io sbagliando completamente un tiro, andando a zigzag su terreno più difficile e roccia infida. Mentre torniamo sulla retta via ci sorpassa una cordata di tre bergamaschi, con cui condivideremo la salita, ma che soprattutto ci presteranno un secchiello semplificandoci non poco il resto della giornata. Procediamo quindi spediti su bella roccia e arrampicata piacevole, sempre a tiri, tutta da proteggere. La giornata è splendida e la salita è allietata da un panorama di prim'ordine. Aggirata la prima delle Cuspidi Ferrario cavalchiamo il filo affilato ed estetico della seconda, il passo più caratteristico della salita, in massima esposizione. Con altri 4 tiri, sempre a ruota dei bergamaschi, raggiungiamo la Madonnina della vetta. Arrampichiamo da più di 7 ore, 13 tiri, vediamo il Badile ancora lontano e decidiamo di rinunciare alla traversata; attendiamo scomodamente il nostro turno per calcare la minuscola vetta prima di gettare le corde doppie per la discesa.
Dopo circa 8 calate e senza troppi inghippi siamo sulla pietraia alla base di Punta Sertori. Ci attende, dopo una birra coi nostri nuovi amici al rifucio, un’altra fredda nottata al campo base, per goderci al meglio la piccola fuga tra i monti e prima di tornare al caldo della pianura.

Salita effettuata il 13-15/08/19


In vista del Rifugio Gianetti

 Il nostro campo base, condiviso stanotte con due ragazzi scozzesi.
Sullo sfondo Pizzo Badile, Punta Sertori e Pizzo Cengalo

 La pressoché costante compagnia ovina



 Il camino dei primi due tiri (ma meglio farne uno solo ignorando la sosta sulla sinistra)



 Arrampicata divertente


 Bel passaggio (ma le corde tirano a manetta!)



Il Cengalo e lo Spigolo Vinci ci fanno conpagnia

Dalla vetta, il Badile troppo lontano... alla prossima!