Torniamo al Gran Vernel dopo 5
anni per regolare un conto in sospeso.
Visto il calo termico speriamo di
trovare buone condizioni e pianifichiamo questa strategia per la lunga salita:
venerdì partenza da casa, sbirciatina alla parete e partenza prima di
mezzogiorno per la salita della prima parte, la lunga cengia già salita l'altra volta fino alla grotta dove bivaccare; l'indomani il resto di salita e discesa, per noi un
quasi totale tuffo nell'incognito.
Venerdì 21 aprile arriviamo all'attacco che
è tutto al sole (e questo già lo sapevamo da un attento monitoraggio della
provvidenziale webcam puntata proprio sulla parete), ma contrariamente a quanto
credevamo la neve è già una pappa e fa un gran caldo. Il primo tiro è molto secco, con pochissimo
ghiaccio scollato e inaffidabile. Edo lo supera con acrobazie incredibili
(difficoltà di M5 ma con buon ghiaccio serebbe 3+, passo chiave di tutta la
salita, pericolo di caduta pietre solo in questo punto). Poi la cengia,
espostissima, su neve bagnata e faticosa al sole, percorsa tutta in conserva
(45°/50°). Su terreno già noto raggiungiamo la grotta, c'è giusto posto per
due, e ci godiamo le ultime due ore di sole e il tramonto dal nostro bivacco a cinque stelle a quota 2550m.
Il sabato ripartiamo all'alba,
risaliamo il canale battendo traccia fino ad un saltino con troppo poco
ghiaccio. Lo superiamo sulla destra con alcuni passi di misto delicato, neve
inconsistente e roccia pessima (trovati due chiodi in loco), poi un'altra sezione di canale
fino ad un bivio. Su dritto si intravede un tiro in una goulottina tetra con poco ghiaccio,
sulla destra invece una bella colatina più gonfia a 80°. Andiamo a destra, poi capiremo
che la via originale andava a sinistra. Segue ancora un canale con pendenze sui
50°. Ad un centinaio di metri dalla cresta avremmo fatto meglio a ignorare un attraente
traverso molto esposto verso destra che porta al sole della cresta (porta ad un punto della cresta alla base di un tratto terrificante per esposizione e qualità della roccia: dietrofront!); siamo quindi saliti obliquando verso sinistra tra chiazze di neve e pendenze mai
eccessive fino a raggiungere la cresta e, con alcune decine di metri sul filo
affilato, la vetta, che raggiungiamo a mezzogiorno.
Per la discesa le relazioni si
riveleranno piuttosto inesatte. Occorre seguire per circa 150 metri la cresta verso sud
(neve marcia e roccia marcia molto esposta, I e II) fino ad un'anticima. Pochi
passi oltre si trova il primo ancoraggio (chiodi, cordone e maillon). Ci si
cala nel canale verticalmente per tre doppie da 60, 50 e 60 metri fino ad una
cengia sul versante sud a pochi metri dalla forcella tra Gran e Piccolo Vernel.
Traversando a destra (faccia a monte) aggiriamo un angolo e raggiungendo la
forcella. Da qui attraverso il percorso sciistico per il Canyon al passo
Fedaia, piuttosto provati ma soddisfatti.
Considerazioni e note tecniche:
Difficoltà: D+, 3+/M5
Dislivello della via: 1200 m
Esposizione: Nord
Partenza: Pian Trevisan 1650 m, poco oltre Penia di Canazei, presso una cava.
Avvicinamento: attraversare la cava e seguire tracce di sentiero sul lato sinistro (faccia a monte) del torrente, poi per nevai fino all'attacco.
Le difficoltà da noi incontrate sono state leggermente maggiori in virtù delle
cattive condizioni. La linea è molto estetica e logica da lontano, in realtà
molto discontinua come difficoltà, bella ma non eccezionale. La via originale
ha un accesso diverso e più diretto alla grotta, probabilmente su roccia nella
parete sottostante (6 tiri secondo la relazione del Pellegrinon), e un'uscita
più prossima alla vetta seguendo il ramo sinistro del canale). In tutta la
salita abbiamo effettuato non più di 4-5 tiri di corda, il resto in conserva;
incontrati circa 4 chiodi lungo tutta la salita.
Tempi indicativi: 1h 30min
l'avvicinamento, 2h per risolvere il primo tiro + 4h fino alla grotta; dalla
grotta alla vetta 3h 30min, discesa 4h.
Trovato neve dura in avvicinamento,
cotta il primo giorno e quasi sempre sfondosa o inconsistente il secondo
giorno, di nuovo cotta in cresta e in discesa; in generale pochissima neve, con
innevamento maggiore alcuni salti saranno sicuramente coperti. La roccia è un
po' migliore nel primo tiro duro, ma generalmente pessima in tutta la montagna,
tanto marcia quanto compatta. Sempre difficile proteggersi adeguatamente su
roccia.
Finalmente abbiamo capito perchè non sale nessuno su questa bella
montagna...
Il tracciato della "nostra" Direttissima
Avvicinamento
La colata iniziale, oggi magrissima
Edo acrobata
Lungo la prima parte della cengia
Un passaggio esposto. Presente una sosta da cui è possibile calarsi sul pendio sottostante.
Angusto passaggio sotto un roccione che sbarra la strada
Finalmente la grotta!
Bivacco de luxe!
Tramonto...
...e alba su Sassolungo e Sella
In marcia battendo traccia
Traverso e misto... poco raccomandabili...
Ancora canale facile
Logicamente a destra su buon ghiaccio
Fine del canale
Traverso verso destra attirati dal sole
Amara sorpresa: vetta iraggiungibile da qui
Sulla retta via
Vetta!!
Vai di doppie
Bella vista su Marmolada e Piccolo Vernel
Discesa faticosa
Canyon suggestivo